.:solaris 1972-2003: paragone tra due modi di pensare il cinema
di piko! (del 13/10/2006 @ 11:05:21, in _muy felìz :., linkato 1709 volte)

solaris 1972-2003: paragone tra due modi di pensare il cinema

 

1972

andrei tarkovskij

 

piante nell'acqua e scatola con la terra

cavallo, casa di kelvin

piove improvvisamente

discussione davanti al televisore nella quale compare l'amico, presente in casa, da giovane, in uniforme militare

fotografia della moglie

cavallo

suo padre si arrabbia con kelvin

conversazione con l'amico che viaggia in macchina via schermo televisivo

viaggio in macchina

kelvin brucia carte

scatola con la terra, lui in casa, cavallo passeggia solo

stelle, partenza di kelvin, approdo sulla stazione spaziale

sbarco nell'hangar, cade per una scarpa slacciata

disordine, sistema un cavo che scintillava

raccoglie la palla di un bambino

parla con il tecnico che lo fa uscire dalla stanza, cercando di convincerlo a dormire e ripassare il giorno seguente, vede il bambino nella stanza del tecnico

entra nella sua stanza, fuori p buio

da gibarian è tutto sottosopra

vede il videomessaggio di gibarian

sente rumore di campanelli e blocca la porta, disegno del cavallo sulla parete, cenere sul tavolino attorno alla pistola, toglie la cassetta ed esce, è buio

parla con il fisico, che gli impedisce di entrare ed esce per parlargli

vede che il fisico nasconde un nanetto

fuori c'è luce

incrocia la ragazza che fa rumore di campanelli

la segue e giunge nell'obitorio dove c'è gibarian congelato

parla con il tecnico: la stanza è circolare, c'è disordine, la ripresa del dialogo con il tecnico è particolare, ci sono molti oggetti in scena

torna nella sua stanza, la scena si fa in bianco e nero

continua a vedere il videomessaggio: gibarian scaccia la ragazza che fa rumore di campanelli dalla ripresa video, mentre gli offriva del latte

kelvin prende la pistola e si addormenta impugnandola, si addormenta, si materializza la moglie, ha un foro sull'avambraccio sinistro

nel tentativo di impugnare la pistola sfiora il piede della moglie che, facendole solletico, scalcia, allontanando la pistola

la moglie gli chiede di toglierle il vestito: l'allacciatura sulla schiena è finta, non serve ad aprire il vestito, che è cucito tutto d'un pezzo. questo sottolinea la sua condizione di copia. taglia il vestito, nota che la porta è ancora bloccata dalle pesanti valige che vi aveva posto dinanzi

titolo solaris

fa entrare la moglie nel razzo, lo lancia per liberarsene,  si brucia, si raffredda sotto la doccia

il tecnico entra in camera sua, lo medica, lui siede sulla sedia dove c'è ancora il vestito che aveva tagliato alla moglie

il tecnico mette delle strisce di carta sui tubi dell'aerazione, dicendo che era un'invenzione di gibarian e che gli ricordavano le foglie

bianco e nero: kelvin dorme e ricompare la moglio, vestita sempre uguale. si spoglia e lascia lo scialle sulla sedia: ora ce ne sono due quasi identici.

la mattina seguente kelvin si alza per buttare i vestiti che aveva lasciato la moglie rispedita con il razzo, appena chiude la porta, la moglie urlando la sfonda, ferendosi gravemente

kelvin prende le medicazioni e scopre che un'attimo dopo era già guarita

il giorno dopo incontrano nel corridoio il fisico e il tecnico

il fisico nasconde tre foto di bambini

chiede a kelvin di fare alla moglie un prelievo di sangue ma è impossibile

mare di solaris

kelvin fa vedere alla moglie il filmino girato assieme al padre: ci sono la madre, il cane appena nato, lui che gioca nella neve, un fuoco, la moglie con lo stesso vestito che indossa nelle reincarnazioni

la moglie va a specchiarsi e non si riconosce, goccia acqua dalla doccia

discussione con il tecnico sulla sua distruzione credendo di non essere ascoltati, la moglie in realtà non dorme perchè non ne ha bisogno

esce nel corridoio, corre indietro sentendo che la moglie sta male

mare di solaris

kelvin dorme, si sveglia e parla con la moglie della sua morte, lei piange

festeggiano il compleanno del tecnico (che si presenta con una giacca strappata) in biblioteca: discussione tra il fisico e kelvin sulla natura umana o no della moglie. al fisico si stacca una lente degli occhiali. interviene la moglie a difesa di se stessa e dei suoi sentimenti: più tempo passa con kelvin, più diventa umana. lei piange.

fa cadere il candelabro, kelvin si inchina a lei, è scalza.

il fisico se ne va. kelvin esce nel corridoio con il tecnico, quasi ubriaco.

kelvin torna di corsa in biblioteca, sua moglie fuma, ha lo sguardo perso nel vuoto.

dettagli di scene di vita campestre invernali, che possono essere ritrovate nei quadri appesi in biblioteca.

non c'è più gravità, kelvin e la moglio fluttuano assieme ad un libro

fuoco dei ricodi di kelvin

mare di solaris

la moglie si suicida ingerendo ossigeno liquido, poi risorge. il tecnico non sopporta e non riesce ad abituarsi a queste resurrezioni istantanee.

litiga con la moglie.

il tecnico esce di corsa facendo un giro di corridoio per prendere una cassetta degli attrezzi

mare di solaris, forbici e cucchiaini arrugginiti sott'acqua

si riappacificano. kelvin si alza da letto tutto sudato, va in corridoio e trova un disegno di un lupo e di due cani che si accoppiano. parla con il tecnico davanti al mare di solaris

mare di solaris

il tecnico e la moglie portano kelvin a braccetto verso una intensa luce

bianco e nero, casa di kelvin

le mogli si moltiplicano, c'è anche il cane

bianco e nero: casa di kelvin con la madre, tutto è foderato di plastica trasparente lucida, sullo schermo del televisore c'è il quadro invernale della biblioteca, kelvin ha il braccio sporco, la madre glielo lava

kelvin si sveglia, il tecnico gli dà la lettera d'addio scritta dalla moglie, che si è fatta annichilire, nella stanza c'è la brocca con la quale la madre l'aveva lavato nell'incubo

discussione in biblioteca con il tecnico, c'è ancora lo scialle della moglie sulla sedia

bianco e nero: mare di solaris

la piantina della scatola che aveva portato fiorisce

piante nell'acqua in movimento, come l'inizio del film

kelvin è a casa, gli viene incontro il cane

c'è un fuoco nel giardino, dentro casa piove acqua bollente sul padre che sistema libri

kelvin si inginocchia sulla porta e lo abbraccia

la ripresa sale e diventa aerea: la casa si trova in un'isola nel mare di solaris.

 

 

 

2003

steven soderbergh

 

pioggia

fotografia simmetrica e futuribile

scena di vita del medico in terapia di gruppo

casa sua vuota, si taglia affettando verdure

messaggio registrato dell'amico gibarian a casa sua

sfera di solaris

dopo 8 minuti di film è nella stazione

sangue

cadavere dell'amico gibarian

sangue sul soffitto del quale non si accorge

incontro con il tecnico un pò strambo, kelvin è scosso e nervoso

incontro con il fisico, donna e di colore, che non lo fa entrare e gli parla da dietro la porta

bambino che insegue e perde di vista

sistema le sue cose, sogna

ricordo di come ha conosciuto sua moglie

lei si materializza

gli chiede se è lei, la interroga, lei le dice che casa sua è buia e non c'è un solo quadro appesso alle pareti

scena di sesso

la rispedisce con il modulo

parla con il tecnico dell'accaduto, al tecnico si materializza il fratello

blocca la porta, dorme

nuovo flashback con la poesia sulla morte

nudi a letto

si materializza di nuovo

è sempre notte, ci sono strisce di luce regolari

lei ricorda: test di gravidanza, cena con gli amici di lui

pillole per la depressione

flashback sul litigio per l'aborto

lei ricorda la sua morte

discussione sugli ospiti

lui è costretto a dirle che ha rispedito la sua prima materializzazione

ipotesi sulla distruzione degli ospiti

sogno o materializzazione di gibarian

lei inghiotte ossigeno liquido

lei risuscita piange

lui dorme, vede lei parlare con qualcuno fuori dalla porta, distrutta

le pillole sono finite, lui suda, nuovo flashback

ci sono molte lei nella stanza

ricordo della sua morte, stringeva nella mano la poesia

videomessaggio di lei che si è fatta annichilare

scoprono il cadavere del tecnico, egli stesso era un ospite

lo lasciano sull'astronave, devono partire, sono troppo vicini a solaris, potrebbero schiantarsi

lui torna a casa, c'è una foto sull'anta dell'inizio, dove c'è la verdura

taglia la verdura, ferendosi come all'inizio, ma guarisce immediatamente

flashback di come è andata davvero, lui non salpa con il fisico

la nave si schianta su solaris

un attimo prima lui stringe la mano al bambino che è l'ospite di gibarian

incontra lei in quell'altra realtà e vivono assieme

 

 

 

note e considerazioni

 

penso che la versione del '72 sia uno degli esempi di "sciagurate traduzioni", come quella di shining di kubric curata da dino de laurentiis, che l'italia ha sempre dovuto sopportare. a causa della censura le scene forti ed alcuni dialoghi, in genere quelli che comprendevano concezioni differenti rispetto a quelle della cultura del tempo, venivano tagliati, fino a abbreviare i film agli standard desiderati. ipotizzo che i tagli nel caso di solaris riguardino principalmente gli interrogativi sull'esistenza di dio, sulla resurrezione e l'immortalità per farla breve, e sui possibili parallelismi con l'ideologia comunista che necessariamente dovevano pervadere l'opera di tarkovskij: anche se egli stesso non era propriamente affine al regime, lo stato aveva la possibilità di impedirgli di lavorare. era comunque nato e cresciuto nel materialismo, e questo è dimostrato dal confronto che emerge in ogni suo film tra le ragioni della scienza, della mente, e quelle dell'arte, del cuore. anche in stalker pone a confronto, nel raggiungimento della zona, uno scienziato che vuole distruggerla ed uno scrittore che ne è incuriosito, guidati da un uomo comune che invece la rispetta. c'è un ovvio parallelismo con solaris, tra il fisico, il medico, ed il tecnico. solaris è ovviamente la zona.

 

riguardo le durate, la versione originale russa del 1972 è di circa 2:40, quella del 2003 di 1:37, quindi nel 2003 ci si è adeguati ai canoni di sopportazione del grande pubblico, che in genere non ha molta voglia di scendere in riflessioni profonde, nè di ascoltare troppi dialoghi. si preferisce sempre un film molto incalzante, come è appunto la versione di soderbergh. per via dei tagli operati, anche la versione italiana degli anni settanta scende sotto le due ore.

 

la trasposizione degli eventi è più elaborata nella versione del 2003, forse per via della produzione di james cameron, forse per le direttive di hollywood per offrire al pubblico una maggiore suspance, forse perchè sono passati nel frattempo trent'anni di cinema. entrambi i film utilizzano flashbacks: il più recente estesamente, per via della sua struttura circolare, mentre nell'originale la sequenza degli eventi è consequenziale.

 

entrambi presentano delle lacune, ma queste sono mie opinioni: penso sia importante lasciare molto spazio alla fantasia dello spettatore, ma che il film debba anche esser coerente con la trama, evitando motivazioni grossolane.

 

nel primo la storia è a tratti confusa, ma bisogna pensare alla suggestione generata ai suoi tempi, si parla pur sempre del 1972. il regista ci porta a prestare attenzione su particolari, come il nanetto, la ragazzina, le foto dei tre bambini, i quadri nella biblioteca, i ricordi della madre, il cavallo, il cane, l'elemento acqua, che alla fine del film non trovano una collocazione nel sistema se non come elementi autobiografici o suggestivi della narrazione.

lo stesso fatto che appena entrato nell'astronave il protagonista inciampi deve avere un senso latente: anche se sembra un particolare insignificante, è stato certamente girato per un motivo. tarkovskij altrimenti non avrebbe potuto sprecare dieci secondi di film in maniera peggiore: forse voleva rallentare il ritmo della narrazione, ma in quella parte il film sembrava già lento; forse voleva farci notare qualcosa, ma nulla sembra fuori posto; forse voleva raccontarci della natura fallace dell'uomo, appena arrivato in quel posto, ma chi può dirlo.

è abbastanza incomprensibile il perchè, nel finale, sia possibile una tranquilla vita su una delle isole formatesi sulla superficie di solaris e soprattutto come abbia fatto il protagonista a finire lì. di contro è meraviglioso il concetto di queste isole della memoria, che scompaiono nella versione moderna.

non si capisce perchè kelvin finisca sull'astronave, se non dalla traduzione delle parti in russo. mi chiedo come abbia potuto il pubblico italiano del tempo apprezzare uno dei più bei film di fantascienza della storia.

è dubbio il fatto che kelvin sopravviva al lancio del razzo nell'hangar: l'autore avrebbe tranquillamente potuto farlo uscire dalla porta ermetica, al più che non sembrano esserci vere conseguenze delle sue ferite nella trama, se non per un simbolismo rappresentante la difficoltà del liberarsi controvoglia della reincarnazione di sua moglie, defunta. abbastanza inverosimile comunque la sua sopravvivenza al calore emanato dal decollo: se la cava con una bolla d'acqua sulla fronte?!.

anche se l'importanza dedicata al cavallo resta inspiegabile (compare cinque volte in primo piano), tarkovskij pone molti oggetti importanti ai bordi dell'immagine, lasciando allo spettatore il compito di trovare i nessi con il resto. notiamo infatti che nel sogno con la madre tutto è incartato con plastica lucida come i cuscini sull'astronave, e che il tetto è bucato come la porta, ma non è chiaro perchè piova acqua bollente su suo padre che sistema libri.

 

il secondo risolve alcuni interrogativi che il primo tralasciava, ma perde enormemente in profondità di pensiero. non c'è un solo dialogo che non riguardi la storia d'amore finita male tra clooney e la bella attrice: questo è hollywood. questo dipende anche dal fatto che il tecnico in realtà è un ospite, perchè il vero tecnico è morto, e dal fatto che la reincarnazione della moglie sembra esser molto più cosciente della sua vera natura, quella di copia generata da un ricordo.

soderbergh comunque spiega chiaramente le motivazioni di ogni avvenimento, escludendo il sogno-incubo di kelvin che vede tutto sudato sua moglie moltiplicarsi: non si capisce chi prende le pasticche, ed entra in scena la porta d'alluminio sfondata che è una chiara citazione del film originale, oppure il residuo di un taglio nelle riprese mal effettuato (del tipo: - questo lo tagliamo per abbreviare la durata del film. - ma come, compare in questo piano lungo della scena madre! - dai, tanto nessuno se ne accorge...).

soderbergh propone una visione scarna, lasciando in scena solo il necessario, facendo notare chiaramente allo spettatore ciò che ha importanza nell'evoluzione della storia. la macchia di sangue nella stanza adibita ad obitorio ne è l'esempio più chiaro: è la chiave del film ed è chiaramente visibile già quando clooney entra nella stanza, al decimo minuto di film; in caso però qualche spettatore non l'avesse vista nei dettagli, compare in un'inquadratura dedicata di tre secondi. visto che c'era, poteva anche metterci un sottotolo con scritto: "oh, che stano... dal soffitto goccia sangue!".

 

il concetto del finale è lo stesso anche se un film finisce per così dire bene, l'altro male. bisogna prenderne atto, è molto più d'effetto il finale di soderbergh: c'è il colpo di scena del tecnico, che si scopre essere un clone ospite, e la scelta del protagonista, che decide di fondersi nel mondo di solaris preferendo l'eterno ritorno dell'uguale del ricordo, ad una vita senza di lei. al pubblico piace quando vince l'amore. e poi sembra che il protagonista viva con la moglie sulla terra, oppure in una dimensione di sogno o di ricordo, non sulla superficie di solaris.

tuttavia, è decisamente più in linea con l'intimismo del film il finale proposto da tarkovskij, nel quale lui torna nel ricordo di casa sua, trovando il padre che brucia quel che resta del passato. quindi il protagonista prosegue senza madre e senza moglie, ma con il padre, che per tutto il film è sembrato abbastanza distante. dall'inchino finale sembra esserci una riconciliazione, ma solo la traduzione dal russo potrà dare risposte.

 

la scelta degli attori è giusta: bellocci i due della coppia originale, più che bellocci i due della riproposizione. strambi entrambi i tecnici, più significativo l'originale, dal ruolo molto più pregnante di interrogativi e significati; più al passo con i tempi il fisico donna, e per giunta di colore, rispetto all'originale caucasico, calvo, con gli occhiali spessi, entrambi arroccatissimi sulle loro posizioni.

 

riguardo la fotografia, ovviamente il secondo si avvale di effetti speciali digitali che aggiungono una dimensione molto realistica e futuribile alle scene sulla terra e nello spazio.

tarkovskij utilizza diffusamente l'alternanza colore - bianco e nero, che è sua prerogativa: sottolinea così i binomi vita reale e sogno o ricordo, avvenimento e spiegazione dell'accaduto, vicinanza e lontananza dalla scena. a volte accade che divida in questa maniera anche quel che è e quel che potrebbe o dovrebbe essere, o vorrebbe che fosse. ma questa è solo una mia idea.

tuttavia gran parte della maestria di tarkovskij sta proprio nel fare di ogni inquadratura una composizione in cui la forma si manifesta, senza peraltro l'utilizzo di alcuna postproduzione. quindi il suo lavoro, seppur più anziano di trent'anni, risulta qualitativamente eccellente.

il film di tarkovskij è decisamente colorato, quello di soderbergh molto più cupo. penso che questo fatto sia dovuto ad un rinnovato immaginario collettivo e che non sia una precisa scelta del regista.

si notano alcune influenze del regime sulle scelte coloristiche. sebbene entrambi i film non abbiano alcuna connotazione di tempo, nè di spazio, nel film di tarkovskij si vive in un ovvio paesaggio russo, con betulle, tundra e neve, case di legno chiaro dalle pareti blu lapislazzuli,con tipici ornamenti provenienti da culture ortodosse e con un gran numero di accessori bizzarri. ci sono anche scene di automobili che sembrano girate in giappone, considerate le fattezze delle strade e della segnaletica. l'astronave è ampiamente colorata e contiene stanze arredate e rivestite di legno, come la biblioteca. ci sono pannelli con luci lampeggianti che ci riportano all'immaginario collettivo del tempo, vedi ad esempio i film di carpenter. i corridoi sono a pannelli bianchi e rossi, e danno un'impressione di livrea russa. il razzo contenente la prima copia della moglie di kelvin è bianco e blu, ed ha impresso sulla testata la scritta solaris in caratteri europei, mentre la scritta in russo appare all'inizio, alla fine della parte sulla terra, ed alla fine del film.

nella versione di soderbergh invece il paesaggio è tipico americano, con la metropolitana, con una casa-loft dall'arredo minimale e dai colori opachi, verdi scuri e rossi porpora, con una stazione spaziale asettica, interamente di metallo satinato, in varie tonalità di grigio. non compare peraltro nessuna scritta solaris, fino alla fine del film.

 

concludendo, il film di tarkovskij entra di diritto tra i migliori film di sempre. la sua riproposizione a cura di soderbergh resta invece solo una buona prova alla regia, essendo la trama praticamente invariata, poichè ha rinunciato alla vera sfida con un mostro sacro preferendo intensificare sulla suspance, tralasciando invece le giuste e dovute riflessioni che un tema come quello della possibilità di un clone, dell'immortalità, della reincarnazione, potrebbe generare. considerazioni che sono dense, pregnanti e frequenti nel film originale. a molti remake può quindi essere applicato il concetto valido per i sequel, che intendono sfruttare il successo di una buona idea fino a quando è possibile, fino a quando tira con il pubblico, fino a quando non si è esaurita o snaturata l'idea stessa. esempi lampanti (e disarmanti!) sono i sequel di capolavori assoluti, come terminator o matrix, per restare nell'ambito della fantascienza. la differenza sta invece nel fatto che i remake sfruttano idee altrui, il che è molto peggio che abusare delle proprie. il risultato è semplice: chiedersi cosa vuole il pubblico, che è la versione buonista (ed io sono un buonista) del concetto "come fare soldi", limita pesantemente i gradi di libertà e la qualità di un'opera, relegando spesso l'arte del cinema ad un mero prodotto. è vero, la confezione è sempre ottima, ma il contenuto lascia spesso a desiderare.