I love fotolandia! sconti per prenotazioni via internet
 
[piko!] said: _questa è l'immagine che probabilmente non stai vedendo. l'accessibilità in questo caso raggiunge livelli stratosferici.
\\ _su questo spazio è vietato scrivere maiuscolo:.
questa è l'ennesima rumorosa pagina automaticamente generata da un calcolatore silente di nome [piko!], chiuso in un armadio e per questo poco incline alla sopportazione di utenti che puntualmente molesta con interventi poco educati. unico vezzo imposto è lo scriver tutto minuscolo.

screzii e scherzi provenienti dalle urticanti risorse del calcolatore dittatoriale [piko!], motore dell'intero sito.

 
di piko! (del 05/05/2011 @ 08:57:45, in io contro tutti, linkato 3087 volte):.

Nota iniziale sul referendum in Italia: ti invito a ragionare su alcuni fatti:

- il referendum è l'unico strumento concesso al popolo (se ne potrebbero facilmente ideare altri...)

- i requisiti per crearne uno sono complicati

- il referendum in sè è costosissimo e quindi va indetto raramente

- contiene inoltre la regola del quorum che prevede che, se non si sono pronunciati la metà +1 degli italiani, il referendum è nullo (buttando una marea di soldi all'aria). tutto è costruito per facilitare questa situazione, come segue:

- il referendum non può essere pubblicizzato su tv, radio, internet. infatti non esiste una campagna pubblicitaria ufficiale del governo, lasciando spazio a manipolazioni dell'informazione attuate da persone che scrivono, in particolare su internet, ma non rappresentando una voce ufficiale.

- nessuno finora ha accettato di trovare un sistema adatto per votare tramite internet, quando invece lo usiamo per gestire addirittura il nostro denaro! sicuramente il sistema bancario potrà esser preso come esempio per gestire problemi di sicurezza, ed un token personale permetterebbe al nipote di aiutare anche la nonna a votare.

- il referendum abrogativo (dire si per dire no) è creato forse appositamente per generare un clima di confusione che impedisse ai cittadini di pronunciarsi

- questo referendum è stato indetto per pronunciarsi riguardo il nucleare, argomento al quale sono state accodate altre richieste che altrimenti sarebbero passate senza votazioni

- il popolo italiano si era già pronunciato sul nucleare nel 1987, dicendo NO. il disastro di chernobyl è avvenuto nel 1986. il caso ha voluto che anche quest'anno si sia verificato il disastro di fukushima.
il governo allora ha deciso di eliminare il quesito sul nucleare, ipotizzando una chiara risposta NO AL NUCLEARE poichè la popolazione è impaurita, nascondendo la bassezza con il bel nome "moratoria al nucleare" (cfr. inceneritore = termovalorizzatore).

dovremmo allora interrogarci sulla vera natura di questa scelta.
ricordiamo che il governo è tutt'ora favorevolissimo al nucleare, come dimostrato in varie occasioni.
si intuisce che il quesito è stato eliminato per esser poi riproposto di nuovo fra qualche tempo, ovviamente dopo una adeguata campagna pubblicitaria per spiegare tutte le bellezze del nucleare.

eccoti una ANSA che chiarirà tutto:

"ROMA, 26 APR 2011 - Quanto accaduto in Giappone "ha spaventato gli italiani'' e la decisione di una moratoria sul nucleare è stata presa anche per permettere all'opinione pubblica di "tranquillizzarsi": un referendum ora avrebbe portato ad uno stop per anni del nucleare in Italia. il premier Silvio Berlusconi spiega così - dopo il vertice italo-francese - la decisione di rinviare il riavvio del nucleare.''Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per anni", ha aggiunto.

la moratoria quindi NON DICE NO al nucleare, è un palliativo per rimandare la discussione quando "l'opinione pubblica si sarà TRANQUILLIZZATA", altrimenti il nucleare "NON SAREBBE STATO POSSIBILE PER ANNI".

 


 

In occasione del prossimo Referendum Day del 12 Giugno 2011 , ci dovremo esprimere su quattro quesiti.
Di seguito, vi presentiamo in maniera sintetica i quattro referendum abrogativi su cui saremo chiamati ad esprimerci ma prima una DOVEROSA ED IMPORTANTISSIMA PREMESSA:

  • è indispensabile ricordare che, per legge, affinché i referendum abrogativi abbiano effetto, occorre che la percentuale dei votanti raggiunga il 50% più uno degli aventi diritto al voto (il cosiddetto quorum).
  • Essendo abrogativi, se volete ad esempio dire no al nucleare, OCCORRE VOTARE SI, ci raccomandiamo, sembra incoerente ma è cosi’, si dice SI all’abolizione del decreto-legge

Il primo quesito riguarda il “legittimo impedimento”, cioè l’istituto giuridico che permette all’imputato in un processo di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula, ed è quello che ha le conseguenze politiche più rilevanti, dal momento che è stato indetto per abrogare la legge che porta il suo nome. A presentare il referendum è stato il partito dell’Italia dei Valori. Il quesito su cui saremo chiamati ad esprimerci è il seguente:

  • “Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.

Il secondo quesito, particolarmente lungo e articolato, presentato sempre dall’Italia dei Valori, punta ad abrogare la norma per la realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione nucleare. E’ il cosiddetto ‘referendum sul nucleare’, tema oggi giorno particolarmente scottante, dopo quanto accaduto a seguito del terremoto in Giappone. Il quesito su cui saremo tenuti ad esprimerci, in parte schematizzato, suona più o meno così:

  • “Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.

Gli ultimi due quesiti si occupano della privatizzazione dell’acqua: uno in particolare riguarda le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il testo del quesito è il seguente:

  • “Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.

Il quarto e ultimo quesito riguarda sempre la

privatizzazione dell’acqua

e in particolare la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene chiesta una parziale abrogazione della norma:

  • “Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.

Abbiamo la netta senzazione che in cabina referendaria regnerà assoluta confusione, sia per i testi veramente criptici dei quesiti (vi sfidiamo a capirli veramente in dettaglio) sia per il fatto che sono abrogativi e qui vi ricordiamo che se volete ad esempio dire no al nucleare, OCCORRE VOTARE SI.



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vi parla [piko!], gestore tronico. lei non può commentare, così ho deciso in maniera insindacabile.



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