[piko!] con non poca fatica è riuscito ad elencare gli interventi pubblicati in questa sezione in ordine cronologico.
che chiunque mi perdoni per l'idea bislacca, ma l'ho sognata qualche tempo fa e non potevo non scriverla.
il fabbisogno energetico delle attività terrestri si aggira attorno ai 40 gigawatt giornalieri, mentre il sole irradia per circa 1.2 terawatt ogni giorno: se si catturasse il 50% dell'energia solare si avrebbe energia pulita a sufficienza per tirare avanti ogni attività nel globo e anche qualcosa in più.
purtroppo il sole non irradia in maniera costante su tutto il pianeta, l'energia utile si aggira in media attorno ad 1.2 watt al metro quadro; i pannelli solari hanno rendimenti scarsi, sono costosi, richiedono manutenzione, e poi ci sono le perdite dovute al trasporto e l'incognita dei paesi in forte sviluppo come india e cina.
ho sognato allora che sarebbe stato possibile foderare l'intero deserto del sahara di pannelli solari.
quale regione più irradiata? siamo all'equatore!
quale regione più inutile? non ci sono città nel deserto, nè popolazione rilevante.
quale modo migliore per permettere all'africa un indispensabile sviluppo? i paesi partecipanti pagherebbero una sorta d'affitto per la grande estensione fornita: l'africa diventerebbe il nuovo medio oriente, perchè uno spazio nel sahara corrisponderà ad una quota di energia (e a questo punto si perderà interesse per il petrolio, anche se qualcuno cercherà sempre di "esportare la democrazia" da qualche parte).
è ovvio che i pannelli vadano montati su adeguate strutture, per risolvere problemi come il movimento delle dune, l'influenza della sabbia (oscurerebbe i pannelli depositandosi) e delle sue tempeste.
sarà poi necessario controllo e manutenzione, ma è presto fatto con apposite automazioni (una specie di gigantesco tergicristallo, che si muove lungo le lunghissime file di pannelli, uno per riga, come le telecamere ai bordi delle piste di atletica) e gruppi divisi equamente di militari di ogni nazione atti a controllare con l'elicottero che tutto sia in ordine.
l'unico problema rilevante che mi viene in mente è l'importanza strategica di un luogo come questo, nell'eventualità che si realizzi il progetto. squadre di guerriglieri cercherebbero di conquistare i lotti di alcuni stati, chiedendo riscatti, mentre altri cercheranno di bombardare le fonti di energia dei paesi nemici. presto risolto anche questo problema: l'energia verrà equamente divisa. quindi la rottura di un tot di pannelli influenzerà la fornitura giornaliera di tutti, indistintamente, con ovvie e giuste proporzioni. questo però presuppone che, per la prima volta nella storia, tutti siano d'accordo a partecipare al progetto. una roba mai vista: se per firmare kyoto c'è voluto obama, ci vorrebbe un santo per ogni stato.
come distribuire allora l'energia? se esistono gasdotti lunghi 10.000 km, si costruiranno elettrodotti altrettanto lunghi. e comunque sarà sempre possibile allacciare il ricavato alle reti elettriche dei singoli stati, che avranno appositi accumulatori, ad emulare la struttura di internet, che sappiamo tutti funzionare molto bene.
ultimo pensiero per flora e fauna: considerato che i pannelli sono totalmente inerti, e anzi al limite fornirebbero un pochino d'ombra, credo che non ci saranno problemi rilevanti.
che dire... tornando con i piedi per terra, l'unico limite mi sembra quello tecnologico: i rendimenti dei pannelli solari si aggirano attorno al 20%, vanno cambiati dopo 30 anni circa, e costano un bel pò. il ricavato energetico (considerando che esistono esempi in letteratura scientifica che arrivano al 44% di rendimento) sarebbe di 0.5 watt per metro quadro per un'estensione di 4.000 per 2.000 kilometri, quindi forse soli quattro gigawatt (cioè: "soli" si fa per dire... ma forse ho sbagliato i conti!). magari tutti i deserti diventeranno delle ricchezze, con adeguati investimenti. ma mi sa tanto che, come dice un proverbio indiano, "quando sarà stato pescato l'ultimo pesce, strappato l'ultimo frutto, gli umani capiranno che il denaro non si può mangiare".
Queste mamme...
non ho niente da dimostrare partito da zero fatto da solo posso mostrarmi come sono davvero se c'è una cosa che mi hai insegnato è questa qui è grazie a te se sono così mamma se solamente ripenso ad ogni pianto che hai spento ed ogni momento che spendo pensando a te mamma è una rima che nasce un bambino combatte le sue guerre e cresce guidato dalle tue dita dotata di grazia infinita è chi mi ha dato vita e se strabilio per il bene che ti voglio ed oltre ad essere tuo figlio la cosa più bella è che t'assomiglio non so come lo sai fare tu mi sai consigliare nel distinguere il bene dal male ed ogni tuo bacio è il più dolce tra i frutti che abbia mai assaggiato
ti ho dato un gran dafare senza contare la voglia di non studiare da quando all'asilo non volevo che mi lasciassi a quando nei compiti volevo che mi aiutassi che mi aiutassi quando i miei amici erano scomparsi che in stò casino sapessi muovere i passi mi hai insegnato a stare in piedi e ad incassare i colpi anche se in alcuni casi ne uscimmo stravolti tu mi eri sempre a fianco le notti che ero malato passate in bianco e ripensandoci in questo tuo dare hai dei rimpianti quali sono stati i prezzi da pagare e se di me ora voglio renderti orgogliosa è perchè so che per me hai rinunciato ad ogni cosa
Vicaria Di Ferentino
Marcia Notturna – Visita Al Santo Padre 16 settembre 2001 – ore 2:00
Durante la notte tra il 15 e il 16 Settembre 2001 abbiamo organizzato una marcia per i giovani e per chiunque voglia aggregarsi, in collaborazione con i parroci di Ferentino.
La partenza è fissata per le ore 2:00 da Piazza Matteotti, mentre alle ore 2:30 incontreremo altri ragazzi, presso il Campo Sportivo, che viaggeranno con noi.
Arriveremo a Frosinone (forse, se qualcuno lassù ci assiste…) per le 6:00 – 7:00 di mattina, ci accamperemo e faremo colazione aspettando l’evento del secolo, un must dalle nostre parti: la visita di Papa Giovanni Paolo II, alias Carol Wojtyla !!!
Scusateci se faremo un po’ di “confusione” ma sarà necessaria…per tenerci svegli, per pregare, per stare insieme. E poi a fare “casino” ci si diverte! Sennò che giovani siamo ?!?
Magari potreste aggregarvi anche voi: quindi diffondete la notizia…
Non vi spaventate se ci sentirete passare: la nostra “visita” dovrebbe essere intorno alle ore
Pregheremo anche per voi, che gentilmente sopporterete il nostro passaggio notturno…e magari ci passerete qualche caffè dal cancello.
Ringraziamo anticipatamente per la collaborazione,
i ragazzi di ferentino
Ps: l’avviso è serio, non avete visto i manifesti !?!?
Per una volta che questi giovani fanno qualcosa di buono…dategli una mano, và! Pax Populi!
… il sale della terra … … la luce del mondo …
uno, nessuno e centomila
romanzo di luigi pirandello, 1926
vitangelo moscarda, uomo comune, contento della propria condizione.
fino al giorno in cui la moglie, con ignara leggerezza, gli fa notare che il suo naso pende a destra.
egli comprende di non essere quale egli stesso si è veduto, ma di personificare una realtà sfuggente e molteplice, riflessa dagli occhi altrui.
abbandonato dalla moglie, vivendo in un ospizio, si profila per lui la morte civile.
ma vulnerabile ed indifeso, raggiunge una condizione che lo fa rinascere attimo per attimo, senza vane costruzioni. pensare alla morte, pregare, vitangelo non ha più questo bisogno, sempre nuovo e senza ricordi, vivo ed intero, non più in lui, ma in ogni cosa fuori.
la tecnica analitica pirandelliana ha precorso le moderne tendenze narrative, e nasce dal verismo, dal principio dell'impersonalità, dagli interessi per gli ambienti e le figure della piccola borghesia.
ma il vero motivo trainante è la necessità di un'esistenza svincolata dalle imposizioni naturali e sociali, affermando la personalità del singolo.
l'interminabile riflessione di vitangelo, nasce dal presupposto che guardandosi dagli occhi degli altri, ci si vede diversamente da come si crede di essere. e questo riguardo l'aspetto fisico. il turbamento di vitangelo nasce invece dalla considerazione sull'aspetto morale: l'io è infatti sostanzialmente un essere-per-l'altro.
domina però tra gli uomini una certa superficialità riguardo i sentimenti ed i comportamenti. ecco il dramma dell'essere di moscarda: proponendosi di distruggere il vecchio se stesso, che scopre essere concepito diversamente dagli altri, urta inevitabilmente contro la sua immagine di usuraio, e nel tentativo di scrollarsi di dosso il triste attributo, compie atti di sconsiderata generosità, interpretati invece dalla "società" come pura e semplice pazzia, contro i principi di una sana amministrazione della banca ereditata dal padre.
finisce così abbandonato da moglie, colleghi di lavoro - soci d'affari ed amici, in un un ricovero da lui stesso fondato con le sue elargizioni. si disgrega qui la sua personalità. scopre che i giudizi sono sempre parziali e non definitivi, sta a noi ribaltarli. chi crede in verità assolute, si preclude ogni conoscenza superiore.
uno, nessuno e centomila è il romanzo della solitudine dell'uomo.
ma questa sofferenza deriva da una libera scelta di vitangelo, che segue un'etica superiore a quella superficiale della "società", espressa anche nel sentimento di un dio eterno, avvertibile nel respiro della natura.
da un certo punto di vista le filosofie successive a quella di kant, vedono la contrapposizione tra vita e forme/costruzioni, schemi che che cercano di incatenarla. ma la vita, urtandovi contro, dissolve immancabilmente queste costrizioni. l'umanità del mondo pirandelliano, la "società", è invece solo massa inerte, priva di energie, formata di persone affatto pronte alla morte, che non si sentono nemmeno abbastanza vive. infine a contrapporsi alla società c'è la natura, sempre ordinata, felice.
ecco che pirandello può personificare quell'avanguarda del primo novecento che vede l'individuo in una condizione anarchica, che esprime l'angoscia e l'opposizione dell'uomo contro una società decadente e superficiale, superando nel contempo gli schemi ottocenteschi.
alle volte l'anima desidererà ed effettivamente desidera una veduta ristretta e confinata. la cagione è il desiderio di infinito, perchè allora in luogo della vista lavora l'immaginazione. e il fantastico sottentra al reale. l'anima s'immagina quello che non vede, che quell'albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua sua vista si estendesse da per tutto, perchè il reale escluderebbe l'immaginario.
l'infinito di giacomo leopardi
sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. ma sedendo e mirando, interminati spazi di la da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. e come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.
volare è sempre stato uno dei sogni dell'uomo. la sua curiosità verso quel che lo circonda, verso quel che non può raggiungere, è il presupposto per le sue più alte aspirazioni, che si sono tradotte nelle meraviglie della scienza e della tecnica a cui spesso, diventate oggi abitudine, non badiamo nemmeno. personalmente cominciai ad interessarmi di aeronautica nell'estate tra la fine delle scuole elementari e la prima media, quando un mio vicino di casa mi regalò un paio di riviste sugli aerei da caccia. con matteo, mio carissimo amico (nonchè futuro ingegnere aerospaziale...), cominciammo invece a costruire aeromodelli dall'estate successiva, acquistandoli un pò in negozi di giocattoli, un pò in centri specializzati, un pò in edicola. la differenza fu subito chiara, per qualità, livello di dettaglio, ed ovviamente prezzo. in qualità di ragazzetto di dieci anni non avevo molti soldi a disposizione, e meno male che ci pensava mio nonno... attenzione però che più della fase realizzativa, quel che importa è la documentazione. dovete sapere che un vero modellista ha una assoluta attenzione alla veridicità storica di quel che costruisce, o meglio ri-costruisce, ed ecco il motivo per cui ho portato in biblioteca questi miei modelli, legati a particolari situazioni. creare un falso storico, con livree inventate, situazioni di azione inverosimili, oppure semplicemente con un numero identificativo dell'apparecchio sbagliato, è commettere un errore ben più grave di una sbavatura di colla, di un carrello leggermente storto, o di un missile che si è staccato dal modello. il modellismo è una questione di precisione e pazienza, dove la pazienza si deve avere anche nello scoprire tutto quel che c'è dietro al modello, conoscenze che ci permetteranno di apprezzarlo davvero. i primi aerei che costruii furono un f-16 falcon, un f-15 eagle ed uno spitfire: dire che facevano pena è un complimento... una mano ve la dà comunque la biblioteca: troverete molti volumi sull'argomento, tra i quali un utile raccolta di informazioni storiche su modelli della II guerra mondiale, con tavole a colori dei dettagli delle livree. e se sbirciate bene tra le pagine di quel libro, troverete forse una mia firma dei tempi delle medie, perchè lo presi in prestito molto spesso. il bello della questione è che queste conoscenze ci possono spesso dare una mano, venendoci in soccorso quando meno ce l'aspettiamo. vi porto come esempio una ricerca sui satelliti che feci in primo scientifico, che mi valse un bel voto (...e non mi costò nemmeno cinque minuti di fatica!). considerando poi che gli aerei da combattimento sono questioni di storia moderna, e che si usano purtroppo in guerra, quando ne realizzi uno devi per forza scontrarti con il suo periodo storico, con le missioni in cui è stato impiegato. si arriva al punto di conoscere le due guerre mondiali, la guerra fredda, il vietnam, le falkland, cuba, la guerra nel golfo, nell'ex jugoslavia ed in irak senza nemmeno aprire il libro, cosa che facilita di certo durante l'istruzione superiore. il modellismo dà anche un prima impronta alla direzione per gli studi successivi (io studio ingegneria delle telecomunicazioni), ed una certa abilità manuale che fa sempre comodo, perchè nel maneggiare pezzi di quelle dimensioni si affina una delicatezza degna di un orafo. e poi, se ve la devo dire tutta, il mio interesse per vernici, pennelli ed affini, che poi mi ha portato a dipingere, è nato proprio dal modellismo, che è un campo attinente (non ci crederete!) anche a cose come il presepe, la scultura, la falegnameria, perchè riunisce un gran numero di tecniche mutuate in versione microscopica. questa piccola esposizione rappresenta un invito per chiunque coltivi questo genere di passioni, delle quali la nostra biblioteca si fa promotrice, poichè rappresentano pur sempre un parte non trascurabile di cultura, che fonde storia, geografia, scienza ed arte. sarei ben lieto se qualcuno, giovane (come lo ero io all'inizio) e non, mi contattasse per cominciare: è bene soprattutto condividere le proprie conoscenze. poi con il tempo ognuno crea le sue tecniche e raccimola gli strumenti necessari; quindi non c'è da preoccuparsi se il primo modello non si regge in piedi, in fin dei conti ci son passato anch'io. concludendo, ringrazio la biblioteca comunale di ferentino e voi lettori, augurandomi che questo mio intervento possa esser di vostro interesse. marco infussi sukhoi su-27 flanker progettato nel 1977, inizia ad esser prodotto in serie dal 1982, entrando in servizio nel 1985, poichè un aereo perse un'ala in volo, riuscendo comunque ad atterrare. consegue 28 record modiali di velocità, salita e quota, strappandone molti all'americano mcdonnel-douglas f-15 eagle, fino ad allora senza rivali. per la prima volta i sovietici possedevano un caccia addirittura migliore di qualsiasi aereo occidentale. durante un air show nel 1989, il collaudatore della sukhoi victor pugachev compie un passaggio lento, radente la folla, a circa 250 km/h. l'aereo cabra, il muso viene spinto all'indietro come per un colpo di frusta e rallentando si raddrizza in verticale. l'aereo stava continuando a volare in avanti con il muso rivolto all'indietro, come un cobra che attacca. il pilota spinge poi la manetta al massimo, ed utilizzando tutti i 26000 kg di spinta dei due motori lyul'ka al-31, accelera allontanandosi in sicurezza con il velivolo in assetto di volo normale. il "cobra di pugachev" dimostrò al mondo che il nuovo caccia sovietico poteva compiere manovre che nessun altro aereo da guerra sarebbe stato in grado di svolgere, potendo attaccare anche bersagli soprastanti con angolo di 120°. anni dopo, questa famosa manovra non andò invece a buon fine: durante la fase di spinta, uno dei due motori cedette causando lo stallo dell'aereo, che si schiantò a pochi metri dalla folla. il pilota riuscì ad eiettarsi in tempo, a circa 70-80 metri da terra, ma il tempo di caduta fu troppo breve affinchè si aprisse il paracadute. il pilota era a terra sul seggiolino quando il sukhoi su-27 esplose toccando terra, ma si salvò. è celebre il filmato, più volte riproposto in televisione. caso meno fortunato fu invece quello di un mig-29, che in cecenia si schiantò sulla folla, uccidendo spettatori in gran parte minorenni. il modello da me proposto è in assetto da caccia-intercettore, con equipaggiamento di missili aa-10 alamo a guida radarattiva, aa-10 alamo a guida ad infrarossi, aa-11 archer aria-aria per dogfight (combattimento in aria tra aerei). la livrea è quella della dotazione russa (ne sono stati venduti anche alla cina), e l'aereo è fermo dopo l'atterraggio sulla pista, con l'aerofreno dietro i piloti alzato. nel mio modello è riprodotto un fatto comune ad alcuni aerei del 1988-89, quando in russia si sbagliava la mescola delle vernici. durante le prove di salita o di velocità, le superfici dell'aereo si scaldano talmente tanto che la vernice si scrosta, anche per via della velocità. ah, dimenticavo: manca il pilota anteriore (quello che effettivamente guida l'aereo, mentre l'altro si occupa del radar, della navigazione, dei sistemi d'arma), perchè è andato perduto dopo un intervento distruttivo di mia sorella con un libro... mcdonnel-douglas f-4 phantom II questo caccia multiruolo, per combattimento aria-aria, interdizione ed appoggio ravvicinato, è l'evoluzione del f-4, progettato negli anni cinquanta (non sembra vero, eh?!). diversamente dalle prime versioni, che ne erano sprovviste, monta una cannone m-61 vulcan da 20 mm (il che significa che i proiettili hanno un diametro di 2 cm!), scelta maturata dai primi due anni di guerra in vietnam. la versione che propongo è un wild-weasel, ossia un aereo modificato utilizzato nella guerra del golfo in 2331 sortite, ultimo impegno bellico del phantom con i colori statunitensi. è equipaggiato in genere con missili aim-120 amraam, aria-aria a corto raggio di tipo "lancia e dimentica" (guida inerziale radar-attiva), e aim-7 sparrow, aria-aria a medio raggio con comando diretto o radar semiattivo. il mio modello invece monta sul pod di sinistra due bombe non guidate, con 180 kg di esplosivo torpex a base di tnt, del peso 454 kg. vi faccio notare che gli aerei con livrea dei colori delle nuvole sono utilizzati nel combattimento aereo. sotto la fusoliera in genere sono più azzurri, perchè si presuppone possano mimetizzarsi con il cielo se visti da sotto. mentre visti da sopra devono sembrare del colore della foschia. considerato che nel deserto l'evaporazione al massimo troviamo delle foschie chiare, l'aereo si mimetizzerà meglio con un colore a tinta unita, diversamente ad esempio dalle livree mimetiche per voli radenti a terra, dove gli aerei vengono dipinti a chiazze molto marcati di colori differenti. infine, il fatto che solo il copilota sia nell'abitacolo, e che alle bombe siano ancora attaccati i sigilli, ci fa capire che l'aereo si trova ancora nell'hangar, in preparazione per una missione di bombardamento. il pilota che invece sta arrivando con la scaletta lo devo ancora costruire... ltv vought a-7 corsair II questo aereo si è guadagnato la nomea di miglior aereo d'attacco subsonico monoposto della storia, per via del suo estensivo impiego come bombardiere in vietnam ed irak. grazie all'economica turboventola allison (costruita dalla rolls royce-spey), aveva l'autonomia per scorrazzare sul territorio nemico e colpire a suo piacimento. il primo volo di pre-serie avvenne nel 1965, ed entrò in servizio sulla portaerei ranger nel dicembre 1967, nello squadrone argonauts. nel 1967 il suo sistema di navigazione e lancio delle armi nwds era il più avanzato del mondo, e permetteva di piazzare una bomba su uno specifico edificio o al centro di un ponte, anche in area congestionata. nel 1983 furono utilizzati nel mediterraneo dall'us-navy, per operazioni in libano (1983) ed in libia (1986). il carico massimo sostenibile è di 6804 kg di bombe. il modello da me proposto è stato utilizzato nella desert storm, come si può leggere sul pod che carica le bombe e notare dalla livrea da deserto. ha il gancio d'arresto impiegato nelle varianti imbarcate per agganciare il cavo sul ponte delle portaerei, e i tronchi alari esterni ripiegabili per occupare meno spazio nell'impiego imbarcato.
Zagabria 30\12\1998
Piccoli fiori… ghiacciati
sotto la spessa neve di Zagabria
le braccia distese lungo il corpo
come foglie lungo uno stelo troppo fragile
ma muto, nei confronti del loro dolore.
Piccoli fiori ghiacciati,
non c’è più morbidezza nei loro gesti,
non c’è più colore sui petali delle gote
brinati dai fiocchi
della neve di Zagabria…
Ma, ora, le vostre mani scavano quella neve,
sciolgono il ghiaccio che blocca i sorrisi,
le catene dell’indifferenza.
Le vostre mani cingono i piccoli fiori
danno loro nuova vita e colori nuovi,
il sole pallido torna ad accarezzare i petali
che adesso vivono…vivono!
I piccoli fiori, rinati,
ora cercano quelle mani così calde, così accoglienti
e tutte per loro… solo per loro.
I piccoli fiori ora sorridono, sorridono di nuovo.
Contru gli malocchi
Quatru i quatt’occhi levumu ‘sti malocchi, in nome dulla SS. Trinità, chistu malu su flu vada ‘n santità.
N’occhi fa gli malocchi, dui glifau puru, tre sò sicuri quattru gli malocchi èfattu. Occhi niri, occhi bianchi fatuvu aretu, no annanti. In nomu dulla SS. Trinità chistu malu su nu vada ‘n santità. In nomu dulla Verginu Maria chistu malu su nu vada via.
(Si ripete tre volte; infine si prende un piatto con l’acqua vi si versano alcune gocce di olio; se affondano, sono malocchi)
Traduzione
Contro il malocchio
Quattro e quattro occhi toglimi questo malocchio, in nome della SS. Trinità, questo male se ne vada in santità. Un occhio fa il malocchio due anche lifanno, con tre occhi sono sicuri con quattro occhi il malocchio è fatto. Occhi neri, occhi bianchi fatevi indietro, non avanti. In nome della SS. Trinità questo male se ne vada in santità. In nome della Vergine Maria questo male se ne vada via.
Contru la paura
In nome della Verginu Maria chesta paura su flu vata via. In nome della SS Trinità Chistu malu su nu vata ‘n santità. In nome dugli Spirdu Santu paura tettu arretu i ‘ntufa annanti. Cu lufogli i cull’erba
cu lu cincucentu erba
CU lu Cincucentu messu dulla nottu du Natalu chesta paura sia luata. Paura, paura, col sole e COfl la luna Cu lu cincucentu erba CU lu cincucentu messu du Natalu;
fe tu segni, Dio ti salvi. (3 volte) In nome della SS. Trinità
sta paura se ne vata in santità. In nome della Vergine Maria sta paura se ne vata via. In nome di S. Giovanni e S. Liberatore alla Calata del sole se ne vata via stu dolore.
Traduzione
Contro la paura
In nome della Vergine Maria, questa paura se ne vada via. In nome della SS. Trinità questo male se ne vada in santità. In nome dello Spirito Santo paura tieniti indietro e non farti avanti. Con le foglie e con i ‘erba con le cinquecento erbe
Con le cinquecento messe della notte di Natale si tolga questa paura.
Paura, paura, con il sole e con la luna con le cinquecento erbe
con le cinquecento messe di Natale; io ti segno, Dio ti salvi (3 volte) In nome della SS. Trinità questa paura se ne vada in santità.
In nome della Vergine Maria questa paura se ne vada via. In nome di S. Giovanni e di S. Liberatore al calar del sole
se ne vada via questo dolore.
Contra gli malu du corpu
Facci tre cruci cu chestu mani ‘ncima agli trippu du chistu cristianu purchè lu malu cu mo glifa attòrci su vata aponu ‘corpu agli porci. Santa Maria arammòri lafiara cufa ‘gennu gli corpu a sta criatura i Pu lu penu CU pati ‘i Signoru Facci passà lu malu i gli doloru.
Traduzione
Contro il mal di pancia
Fai tre croci con queste mani sulla pancia di questo uomo, affinché il male che adesso io tormenta si trasferisca nel corpo dei maiale. Santa Maria spegni la fiamma che fa far male la pancia a questa persona e in nome delle pene che patì il Signore fai passare ii male e il dolore.
Contru la risibula
Vattunu arretu risibula maledetta vattu ajttà agli maru salatu
attripputu d’acqua, du rena, e du salu.
‘Nome della SS. Trinità
S. Giuagni la teta sprufunnà.
Traduzione
Contro la dermatite
Vai indietro dermatite maledetta vai a buttarti nel mare salato saziati di acqua, sabbia e sale. In nome della SS. Trinità S. Giovanni la deve eliminare.
eccomi qui.
è il 17 giugno 1982, sono le ore 13:50 e sono appena arrivato, tutto nero e capellone.
ci sentiamo qui su!
[piko!] ti ringrazia per esser arrivato fin quaggiù, la strada era lunga.
se non sai cosa fare, puoi visitare l'archivio o la galleria fotografica relativa ad hirudo:holter. oppure tornartene alla pagina iniziale del sito per vedere cosa bolle in pentola.
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if you don't know what to do, try our archives or the photogallery from hirudo:holter. or you can click back to the global home page to see what's going on now on amolenuvolette.it.
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so, uh: i'm a media pirate. i am a native in the media landscape.
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but, what does hirudo mean? how about holter?! and what's the hidden message?
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08/05/2024 @ 23:32:37
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questa funzione è talmente obsoleta che non ho più voglia di aggiustarla.
questa versione di hirudo:holter è in effetti chiusa al 31 dicembre 2011.
seconda lettera di san paolo apostolo ai corinti: "perchè non avete risposto alla prima?"
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