I love fotolandia! sconti per prenotazioni via internet
 
[piko!] said: _questa è l'immagine che probabilmente non stai vedendo. l'accessibilità in questo caso raggiunge livelli stratosferici.
\\ _su questo spazio è vietato scrivere maiuscolo:.
questa è l'ennesima rumorosa pagina automaticamente generata da un calcolatore silente di nome [piko!], chiuso in un armadio e per questo poco incline alla sopportazione di utenti che puntualmente molesta con interventi poco educati. unico vezzo imposto è lo scriver tutto minuscolo.

screzii e scherzi provenienti dalle urticanti risorse del calcolatore dittatoriale [piko!], motore dell'intero sito.

[piko!] con non poca fatica è riuscito ad elencare gli interventi pubblicati in questa sezione in ordine cronologico.



di piko! (del 17/06/1982 @ 13:50:28, in _muy felìz :., linkato 1273 volte):.

eccomi qui. è il 17 giugno 1982, sono le ore 13:50 e sono appena arrivato, tutto nero e capellone. ci sentiamo qui su!
 
di piko! (del 23/10/1997 @ 11:20:23, in _muy felìz :., linkato 3214 volte):.

Contru la risibula

Vattunu arretu risibula maledetta vattu ajttà agli maru salatu

attripputu d’acqua, du rena, e du salu.

‘Nome della SS. Trinità

S. Giuagni la teta sprufunnà.



Traduzione

Contro la dermatite

Vai indietro dermatite maledetta vai a buttarti nel mare salato saziati di acqua, sabbia e sale. In nome della SS. Trinità S. Giovanni la deve eliminare.
 
di piko! (del 05/11/1997 @ 11:17:42, in _muy felìz :., linkato 1489 volte):.

Contra gli malu du corpu

Facci tre cruci cu chestu mani ‘ncima agli trippu du chistu cristianu purchè lu malu cu mo glifa attòrci su vata aponu ‘corpu agli porci. Santa Maria arammòri lafiara cufa ‘gennu gli corpu a sta criatura i Pu lu penu CU pati ‘i Signoru Facci passà lu malu i gli doloru.



Traduzione

Contro il mal di pancia

Fai tre croci con queste mani sulla pancia di questo uomo, affinché il male che adesso io tormenta si trasferisca nel corpo dei maiale. Santa Maria spegni la fiamma che fa far male la pancia a questa persona e in nome delle pene che patì il Signore fai passare ii male e il dolore.
 
di piko! (del 06/12/1997 @ 11:19:28, in _muy felìz :., linkato 1693 volte):.

Contru la paura

In nome della Verginu Maria chesta paura su flu vata via. In nome della SS Trinità Chistu malu su nu vata ‘n santità. In nome dugli Spirdu Santu paura tettu arretu i ‘ntufa annanti. Cu lufogli i cull’erba

cu lu cincucentu erba

CU lu Cincucentu messu dulla nottu du Natalu chesta paura sia luata. Paura, paura, col sole e COfl la luna Cu lu cincucentu erba CU lu cincucentu messu du Natalu;

fe tu segni, Dio ti salvi. (3 volte) In nome della SS. Trinità

sta paura se ne vata in santità. In nome della Vergine Maria sta paura se ne vata via. In nome di S. Giovanni e S. Liberatore alla Calata del sole se ne vata via stu dolore.



Traduzione

Contro la paura

In nome della Vergine Maria, questa paura se ne vada via. In nome della SS. Trinità questo male se ne vada in santità. In nome dello Spirito Santo paura tieniti indietro e non farti avanti. Con le foglie e con i ‘erba con le cinquecento erbe

Con le cinquecento messe della notte di Natale si tolga questa paura.

Paura, paura, con il sole e con la luna con le cinquecento erbe

con le cinquecento messe di Natale; io ti segno, Dio ti salvi (3 volte) In nome della SS. Trinità questa paura se ne vada in santità.

In nome della Vergine Maria questa paura se ne vada via. In nome di S. Giovanni e di S. Liberatore al calar del sole

se ne vada via questo dolore.
 
di piko! (del 25/12/1997 @ 11:18:49, in _muy felìz :., linkato 2627 volte):.

Contru gli malocchi

Quatru i quatt’occhi levumu ‘sti malocchi, in nome dulla SS. Trinità, chistu malu su flu vada ‘n santità.

N’occhi fa gli malocchi, dui glifau puru, tre sò sicuri quattru gli malocchi èfattu. Occhi niri, occhi bianchi fatuvu aretu, no annanti. In nomu dulla SS. Trinità chistu malu su nu vada ‘n santità. In nomu dulla Verginu Maria chistu malu su nu vada via.

(Si ripete tre volte; infine si prende un piatto con l’acqua vi si versano alcune gocce di olio; se affondano, sono malocchi)



Traduzione

Contro il malocchio

Quattro e quattro occhi toglimi questo malocchio, in nome della SS. Trinità, questo male se ne vada in santità. Un occhio fa il malocchio due anche lifanno, con tre occhi sono sicuri con quattro occhi il malocchio è fatto. Occhi neri, occhi bianchi fatevi indietro, non avanti. In nome della SS. Trinità questo male se ne vada in santità. In nome della Vergine Maria questo male se ne vada via.
 
di piko! (del 30/12/1998 @ 13:52:09, in _muy felìz :., linkato 1560 volte):.

Zagabria 30\12\1998

Piccoli fiori… ghiacciati

sotto la spessa neve di Zagabria

le braccia distese lungo il corpo

come foglie lungo uno stelo troppo fragile

ma muto, nei confronti del loro dolore.

Piccoli fiori ghiacciati,

non c’è più morbidezza nei loro gesti,

non c’è più colore sui petali delle gote

brinati dai fiocchi

della neve di Zagabria…

Ma, ora, le vostre mani scavano quella neve,

sciolgono il ghiaccio che blocca i sorrisi,

le catene dell’indifferenza.

Le vostre mani cingono i piccoli fiori

danno loro nuova vita e colori nuovi,

il sole pallido torna ad accarezzare i petali

che adesso vivono…vivono!

I piccoli fiori, rinati,

ora cercano quelle mani così calde, così accoglienti

e tutte per loro… solo per loro.

I piccoli fiori ora sorridono, sorridono di nuovo.
 
di piko! (del 10/02/1999 @ 23:21:24, in _muy felìz :., linkato 1829 volte):.

volare è sempre stato uno dei sogni dell'uomo.
la sua curiosità verso quel che lo circonda, verso quel che non può raggiungere, è il presupposto per le sue più alte aspirazioni, che si sono tradotte nelle meraviglie della scienza e della tecnica a cui spesso, diventate oggi abitudine, non badiamo nemmeno.

personalmente cominciai ad interessarmi di aeronautica nell'estate tra la fine delle scuole elementari e la prima media, quando un mio vicino di casa mi regalò un paio di riviste sugli aerei da caccia. con matteo, mio carissimo amico (nonchè futuro ingegnere aerospaziale...), cominciammo invece a costruire aeromodelli dall'estate successiva, acquistandoli un pò in negozi di giocattoli, un pò in centri specializzati, un pò in edicola. la differenza fu subito chiara, per qualità, livello di dettaglio, ed ovviamente prezzo.

in qualità di ragazzetto di dieci anni non avevo molti soldi a disposizione, e meno male che ci pensava mio nonno... attenzione però che più della fase realizzativa, quel che importa è la documentazione. dovete sapere che un vero modellista ha una assoluta attenzione alla veridicità storica di quel che costruisce, o meglio ri-costruisce, ed ecco il motivo per cui ho portato in biblioteca questi miei modelli, legati a particolari situazioni.

creare un falso storico, con livree inventate, situazioni di azione inverosimili, oppure semplicemente con un numero identificativo dell'apparecchio sbagliato, è commettere un errore ben più grave di una sbavatura di colla, di un carrello leggermente storto, o di un missile che si è staccato dal modello.

il modellismo è una questione di precisione e pazienza, dove la pazienza si deve avere anche nello scoprire tutto quel che c'è dietro al modello, conoscenze che ci permetteranno di apprezzarlo davvero. i primi aerei che costruii furono un f-16 falcon, un f-15 eagle ed uno spitfire: dire che facevano pena è un complimento...

una mano ve la dà comunque la biblioteca: troverete molti volumi sull'argomento, tra i quali un utile raccolta di informazioni storiche su modelli della II guerra mondiale, con tavole a colori dei dettagli delle livree. e se sbirciate bene tra le pagine di quel libro, troverete forse una mia firma dei tempi delle medie, perchè lo presi in prestito molto spesso.

il bello della questione è che queste conoscenze ci possono spesso dare una mano, venendoci in soccorso quando meno ce l'aspettiamo. vi porto come esempio una ricerca sui satelliti che feci in primo scientifico, che mi valse un bel voto (...e non mi costò nemmeno cinque minuti di fatica!).

considerando poi che gli aerei da combattimento sono questioni di storia moderna, e che si usano purtroppo in guerra, quando ne realizzi uno devi per forza scontrarti con il suo periodo storico, con le missioni in cui è stato impiegato. si arriva al punto di conoscere le due guerre mondiali, la guerra fredda, il vietnam, le falkland, cuba, la guerra nel golfo, nell'ex jugoslavia ed in irak senza nemmeno aprire il libro, cosa che facilita di certo durante l'istruzione superiore.

il modellismo dà anche un prima impronta alla direzione per gli studi successivi (io studio ingegneria delle telecomunicazioni), ed una certa abilità manuale che fa sempre comodo, perchè nel maneggiare pezzi di quelle dimensioni si affina una delicatezza degna di un orafo.

e poi, se ve la devo dire tutta, il mio interesse per vernici, pennelli ed affini, che poi mi ha portato a dipingere, è nato proprio dal modellismo, che è un campo attinente (non ci crederete!) anche a cose come il presepe, la scultura, la falegnameria, perchè riunisce un gran numero di tecniche mutuate in versione microscopica.

questa piccola esposizione rappresenta un invito per chiunque coltivi questo genere di passioni, delle quali la nostra biblioteca si fa promotrice, poichè rappresentano pur sempre un parte non trascurabile di cultura, che fonde storia, geografia, scienza ed arte.

sarei ben lieto se qualcuno, giovane (come lo ero io all'inizio) e non, mi contattasse per cominciare: è bene soprattutto condividere le proprie conoscenze. poi con il tempo ognuno crea le sue tecniche e raccimola gli strumenti necessari; quindi non c'è da preoccuparsi se il primo modello non si regge in piedi, in fin dei conti ci son passato anch'io.

concludendo, ringrazio la biblioteca comunale di ferentino e voi lettori, augurandomi che questo mio intervento possa esser di vostro interesse.


marco infussi
sukhoi su-27 flanker

progettato nel 1977, inizia ad esser prodotto in serie dal 1982, entrando in servizio nel 1985, poichè un aereo perse un'ala in volo, riuscendo comunque ad atterrare. consegue 28 record modiali di velocità, salita e quota, strappandone molti all'americano mcdonnel-douglas f-15 eagle, fino ad allora senza rivali. per la prima volta i sovietici possedevano un caccia addirittura migliore di qualsiasi aereo occidentale.

durante un air show nel 1989, il collaudatore della sukhoi victor pugachev compie un passaggio lento, radente la folla, a circa 250 km/h. l'aereo cabra, il muso viene spinto all'indietro come per un colpo di frusta e rallentando si raddrizza in verticale. l'aereo stava continuando a volare in avanti con il muso rivolto all'indietro, come un cobra che attacca. il pilota spinge poi la manetta al massimo, ed utilizzando tutti i 26000 kg di spinta dei due motori lyul'ka al-31, accelera allontanandosi in sicurezza con il velivolo in assetto di volo normale. il "cobra di pugachev" dimostrò al mondo che il nuovo caccia sovietico poteva compiere manovre che nessun altro aereo da guerra sarebbe stato in grado di svolgere, potendo attaccare anche bersagli soprastanti con angolo di 120°.

anni dopo, questa famosa manovra non andò invece a buon fine: durante la fase di spinta, uno dei due motori cedette causando lo stallo dell'aereo, che si schiantò a pochi metri dalla folla. il pilota riuscì ad eiettarsi in tempo, a circa 70-80 metri da terra, ma il tempo di caduta fu troppo breve affinchè si aprisse il paracadute. il pilota era a terra sul seggiolino quando il sukhoi su-27 esplose toccando terra, ma si salvò. è celebre il filmato, più volte riproposto in televisione. caso meno fortunato fu invece quello di un mig-29, che in cecenia si schiantò sulla folla, uccidendo spettatori in gran parte minorenni.

il modello da me proposto è in assetto da caccia-intercettore, con equipaggiamento di missili aa-10 alamo a guida radarattiva, aa-10 alamo a guida ad infrarossi, aa-11 archer aria-aria per dogfight (combattimento in aria tra aerei). la livrea è quella della dotazione russa (ne sono stati venduti anche alla cina), e l'aereo è fermo dopo l'atterraggio sulla pista, con l'aerofreno dietro i piloti alzato.

nel mio modello è riprodotto un fatto comune ad alcuni aerei del 1988-89, quando in russia si sbagliava la mescola delle vernici. durante le prove di salita o di velocità, le superfici dell'aereo si scaldano talmente tanto che la vernice si scrosta, anche per via della velocità. ah, dimenticavo: manca il pilota anteriore (quello che effettivamente guida l'aereo, mentre l'altro si occupa del radar, della navigazione, dei sistemi d'arma), perchè è andato perduto dopo un intervento distruttivo di mia sorella con un libro... : - )



mcdonnel-douglas f-4 phantom II

questo caccia multiruolo, per combattimento aria-aria, interdizione ed appoggio ravvicinato, è l'evoluzione del f-4, progettato negli anni cinquanta (non sembra vero, eh?!). diversamente dalle prime versioni, che ne erano sprovviste, monta una cannone m-61 vulcan da 20 mm (il che significa che i proiettili hanno un diametro di 2 cm!), scelta maturata dai primi due anni di guerra in vietnam.

la versione che propongo è un wild-weasel, ossia un aereo modificato utilizzato nella guerra del golfo in 2331 sortite, ultimo impegno bellico del phantom con i colori statunitensi.

è equipaggiato in genere con missili aim-120 amraam, aria-aria a corto raggio di tipo "lancia e dimentica" (guida inerziale radar-attiva), e aim-7 sparrow, aria-aria a medio raggio con comando diretto o radar semiattivo. il mio modello invece monta sul pod di sinistra due bombe non guidate, con 180 kg di esplosivo torpex a base di tnt, del peso 454 kg.

vi faccio notare che gli aerei con livrea dei colori delle nuvole sono utilizzati nel combattimento aereo. sotto la fusoliera in genere sono più azzurri, perchè si presuppone possano mimetizzarsi con il cielo se visti da sotto. mentre visti da sopra devono sembrare del colore della foschia. considerato che nel deserto l'evaporazione al massimo troviamo delle foschie chiare, l'aereo si mimetizzerà meglio con un colore a tinta unita, diversamente ad esempio dalle livree mimetiche per voli radenti a terra, dove gli aerei vengono dipinti a chiazze molto marcati di colori differenti.

infine, il fatto che solo il copilota sia nell'abitacolo, e che alle bombe siano ancora attaccati i sigilli, ci fa capire che l'aereo si trova ancora nell'hangar, in preparazione per una missione di bombardamento. il pilota che invece sta arrivando con la scaletta lo devo ancora costruire...



ltv vought a-7 corsair II

questo aereo si è guadagnato la nomea di miglior aereo d'attacco subsonico monoposto della storia, per via del suo estensivo impiego come bombardiere in vietnam ed irak. grazie all'economica turboventola allison (costruita dalla rolls royce-spey), aveva l'autonomia per scorrazzare sul territorio nemico e colpire a suo piacimento.

il primo volo di pre-serie avvenne nel 1965, ed entrò in servizio sulla portaerei ranger nel dicembre 1967, nello squadrone argonauts. nel 1967 il suo sistema di navigazione e lancio delle armi nwds era il più avanzato del mondo, e permetteva di piazzare una bomba su uno specifico edificio o al centro di un ponte, anche in area congestionata.

nel 1983 furono utilizzati nel mediterraneo dall'us-navy, per operazioni in libano (1983) ed in libia (1986). il carico massimo sostenibile è di 6804 kg di bombe.

il modello da me proposto è stato utilizzato nella desert storm, come si può leggere sul pod che carica le bombe e notare dalla livrea da deserto. ha il gancio d'arresto impiegato nelle varianti imbarcate per agganciare il cavo sul ponte delle portaerei, e i tronchi alari esterni ripiegabili per occupare meno spazio nell'impiego imbarcato.
 
di piko! (del 03/03/1999 @ 13:52:53, in _muy felìz :., linkato 1443 volte):.

alle volte l'anima desidererà ed effettivamente desidera una veduta ristretta e confinata. la cagione è il desiderio di infinito, perchè allora in luogo della vista lavora l'immaginazione. e il fantastico sottentra al reale. l'anima s'immagina quello che non vede, che quell'albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua sua vista si estendesse da per tutto, perchè il reale escluderebbe l'immaginario.

l'infinito
di giacomo leopardi

sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
ma sedendo e mirando, interminati
spazi di la da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura.
e come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
 
di piko! (del 25/05/2000 @ 11:24:25, in _muy felìz :., linkato 1528 volte):.

uno, nessuno e centomila

romanzo di luigi pirandello, 1926


vitangelo moscarda, uomo comune, contento della propria condizione.

fino al giorno in cui la moglie, con ignara leggerezza, gli fa notare che il suo naso pende a destra.

egli comprende di non essere quale egli stesso si è veduto, ma di personificare una realtà sfuggente e molteplice, riflessa dagli occhi altrui.

abbandonato dalla moglie, vivendo in un ospizio, si profila per lui la morte civile.

ma vulnerabile ed indifeso, raggiunge una condizione che lo fa rinascere attimo per attimo, senza vane costruzioni. pensare alla morte, pregare, vitangelo non ha più questo bisogno, sempre nuovo e senza ricordi, vivo ed intero, non più in lui, ma in ogni cosa fuori.

la tecnica analitica pirandelliana ha precorso le moderne tendenze narrative, e nasce dal verismo, dal principio dell'impersonalità, dagli interessi per gli ambienti e le figure della piccola borghesia.

ma il vero motivo trainante è la necessità di un'esistenza svincolata dalle imposizioni naturali e sociali, affermando la personalità del singolo.

l'interminabile riflessione di vitangelo, nasce dal presupposto che guardandosi dagli occhi degli altri, ci si vede diversamente da come si crede di essere. e questo riguardo l'aspetto fisico. il turbamento di vitangelo nasce invece dalla considerazione sull'aspetto morale: l'io è infatti sostanzialmente un essere-per-l'altro.

domina però tra gli uomini una certa superficialità riguardo i sentimenti ed i comportamenti. ecco il dramma dell'essere di moscarda: proponendosi di distruggere il vecchio se stesso, che scopre essere concepito diversamente dagli altri, urta inevitabilmente contro la sua immagine di usuraio, e nel tentativo di scrollarsi di dosso il triste attributo, compie atti di sconsiderata generosità, interpretati invece dalla "società" come pura e semplice pazzia, contro i principi di una sana amministrazione della banca ereditata dal padre.

finisce così abbandonato da moglie, colleghi di lavoro - soci d'affari ed amici, in un un ricovero da lui stesso fondato con le sue elargizioni. si disgrega qui la sua personalità. scopre che i giudizi sono sempre parziali e non definitivi, sta a noi ribaltarli. chi crede in verità assolute, si preclude ogni conoscenza superiore.

uno, nessuno e centomila è il romanzo della solitudine dell'uomo.

ma questa sofferenza deriva da una libera scelta di vitangelo, che segue un'etica superiore a quella superficiale della "società", espressa anche nel sentimento di un dio eterno, avvertibile nel respiro della natura.

da un certo punto di vista le filosofie successive a quella di kant, vedono la contrapposizione tra vita e forme/costruzioni, schemi che che cercano di incatenarla. ma la vita, urtandovi contro, dissolve immancabilmente queste costrizioni. l'umanità del mondo pirandelliano, la "società", è invece solo massa inerte, priva di energie, formata di persone affatto pronte alla morte, che non si sentono nemmeno abbastanza vive. infine a contrapporsi alla società c'è la natura, sempre ordinata, felice.

ecco che pirandello può personificare quell'avanguarda del primo novecento che vede l'individuo in una condizione anarchica, che esprime l'angoscia e l'opposizione dell'uomo contro una società decadente e superficiale, superando nel contempo gli schemi ottocenteschi.

 
di piko! (del 16/09/2001 @ 11:09:16, in _muy felìz :., linkato 1631 volte):.

Vicaria Di Ferentino


Marcia Notturna – Visita Al Santo Padre
16 settembre 2001 – ore 2:00


Durante la notte tra il 15 e il 16 Settembre 2001 abbiamo organizzato una marcia per i giovani e per chiunque voglia aggregarsi, in collaborazione con i parroci di Ferentino.

La partenza è fissata per le ore 2:00 da Piazza Matteotti, mentre alle ore 2:30 incontreremo altri ragazzi, presso il Campo Sportivo, che viaggeranno con noi.

Arriveremo a Frosinone (forse, se qualcuno lassù ci assiste…) per le 6:00 – 7:00 di mattina, ci accamperemo e faremo colazione aspettando l’evento del secolo, un must dalle nostre parti: la visita di Papa Giovanni Paolo II, alias Carol Wojtyla !!!

Scusateci se faremo un po’ di “confusione” ma sarà necessaria…per tenerci svegli, per pregare, per stare insieme. E poi a fare “casino” ci si diverte! Sennò che giovani siamo ?!?

Magari potreste aggregarvi anche voi: quindi diffondete la notizia…

Non vi spaventate se ci sentirete passare: la nostra “visita” dovrebbe essere intorno alle ore

Pregheremo anche per voi, che gentilmente sopporterete il nostro passaggio notturno…e magari ci passerete qualche caffè dal cancello.

Ringraziamo anticipatamente per la collaborazione,

i ragazzi
di ferentino

Ps: l’avviso è serio, non avete visto i manifesti !?!?



Per una volta che questi giovani fanno qualcosa di buono…dategli una mano, và! Pax Populi!

… il sale della terra …
… la luce del mondo …
 
di piko! (del 02/02/2002 @ 13:43:39, in _muy felìz :., linkato 1442 volte):.

Queste mamme...

non ho niente da dimostrare
partito da zero
fatto da solo posso mostrarmi come sono davvero
se c'è una cosa che mi hai insegnato è questa qui
è grazie a te se sono così
mamma
se solamente ripenso ad ogni pianto che hai spento
ed ogni momento che spendo
pensando a te mamma è una rima che nasce
un bambino combatte le sue guerre e cresce
guidato dalle tue dita
dotata di grazia infinita è chi mi ha dato vita
e se strabilio per il bene che ti voglio
ed oltre ad essere tuo figlio la cosa più bella è che t'assomiglio
non so come lo sai fare
tu mi sai consigliare
nel distinguere il bene dal male
ed ogni tuo bacio
è il più dolce tra i frutti che abbia mai assaggiato


ti ho dato un gran dafare
senza contare la voglia di non studiare
da quando all'asilo non volevo che mi lasciassi
a quando nei compiti volevo che mi aiutassi
che mi aiutassi quando i miei amici erano scomparsi
che in stò casino sapessi muovere i passi
mi hai insegnato a stare in piedi e ad incassare i colpi
anche se in alcuni casi ne uscimmo stravolti
tu mi eri sempre a fianco
le notti che ero malato passate in bianco
e ripensandoci
in questo tuo dare
hai dei rimpianti
quali sono stati i prezzi da pagare
e se di me ora voglio renderti orgogliosa
è perchè so che per me hai rinunciato ad ogni cosa
 
di piko! (del 11/04/2002 @ 20:33:26, in _muy felìz :., linkato 2334 volte):.

che chiunque mi perdoni per l'idea bislacca, ma l'ho sognata qualche tempo fa e non potevo non scriverla.

il fabbisogno energetico delle attività terrestri si aggira attorno ai 40 gigawatt giornalieri, mentre il sole irradia per circa 1.2 terawatt ogni giorno: se si catturasse il 50% dell'energia solare si avrebbe energia pulita a sufficienza per tirare avanti ogni attività nel globo e anche qualcosa in più.

purtroppo il sole non irradia in maniera costante su tutto il pianeta, l'energia utile si aggira in media attorno ad 1.2 watt al metro quadro; i pannelli solari hanno rendimenti scarsi, sono costosi, richiedono manutenzione, e poi ci sono le perdite dovute al trasporto e l'incognita dei paesi in forte sviluppo come india e cina.

ho sognato allora che sarebbe stato possibile foderare l'intero deserto del sahara di pannelli solari.

quale regione più irradiata? siamo all'equatore!
quale regione più inutile? non ci sono città nel deserto, nè popolazione rilevante.
quale modo migliore per permettere all'africa un indispensabile sviluppo? i paesi partecipanti pagherebbero una sorta d'affitto per la grande estensione fornita: l'africa diventerebbe il nuovo medio oriente, perchè uno spazio nel sahara corrisponderà ad una quota di energia (e a questo punto si perderà interesse per il petrolio, anche se qualcuno cercherà sempre di "esportare la democrazia" da qualche parte).

è ovvio che i pannelli vadano montati su adeguate strutture, per risolvere problemi come il movimento delle dune, l'influenza della sabbia (oscurerebbe i pannelli depositandosi) e delle sue tempeste.

sarà poi necessario controllo e manutenzione, ma è presto fatto con apposite automazioni (una specie di gigantesco tergicristallo, che si muove lungo le lunghissime file di pannelli, uno per riga, come le telecamere ai bordi delle piste di atletica) e gruppi divisi equamente di militari di ogni nazione atti a controllare con l'elicottero che tutto sia in ordine.

l'unico problema rilevante che mi viene in mente è l'importanza strategica di un luogo come questo, nell'eventualità che si realizzi il progetto. squadre di guerriglieri cercherebbero di conquistare i lotti di alcuni stati, chiedendo riscatti, mentre altri cercheranno di bombardare le fonti di energia dei paesi nemici. presto risolto anche questo problema: l'energia verrà equamente divisa. quindi la rottura di un tot di pannelli influenzerà la fornitura giornaliera di tutti, indistintamente, con ovvie e giuste proporzioni. questo però presuppone che, per la prima volta nella storia, tutti siano d'accordo a partecipare al progetto. una roba mai vista: se per firmare kyoto c'è voluto obama, ci vorrebbe un santo per ogni stato.

come distribuire allora l'energia? se esistono gasdotti lunghi 10.000 km, si costruiranno elettrodotti altrettanto lunghi. e comunque sarà sempre possibile allacciare il ricavato alle reti elettriche dei singoli stati, che avranno appositi accumulatori, ad emulare la struttura di internet, che sappiamo tutti funzionare molto bene.

ultimo pensiero per flora e fauna: considerato che i pannelli sono totalmente inerti, e anzi al limite fornirebbero un pochino d'ombra, credo che non ci saranno problemi rilevanti.

che dire... tornando con i piedi per terra, l'unico limite mi sembra quello tecnologico: i rendimenti dei pannelli solari si aggirano attorno al 20%, vanno cambiati dopo 30 anni circa, e costano un bel pò. il ricavato energetico (considerando che esistono esempi in letteratura scientifica che arrivano al 44% di rendimento) sarebbe di 0.5 watt per metro quadro per un'estensione di 4.000 per 2.000 kilometri, quindi forse soli quattro gigawatt (cioè: "soli" si fa per dire... ma forse ho sbagliato i conti!). magari tutti i deserti diventeranno delle ricchezze, con adeguati investimenti. ma mi sa tanto che, come dice un proverbio indiano, "quando sarà stato pescato l'ultimo pesce, strappato l'ultimo frutto, gli umani capiranno che il denaro non si può mangiare".

 
di piko! (del 25/04/2002 @ 11:47:36, in _muy felìz :., linkato 2283 volte):.

leggende su...

gianfranco ceccaroni

certo...trovarsi come primo professore, il primo giorno di università un tipo come ceccaroni non aiuta a sentirsi tranquilli, o quantomeno sicuri di aver scelto la facoltà giusta. ricordo che esordì in modo alquanto geniale, conquistandosi l’attenzione dei 50-60 alunni realmente interessati a finalizzare in qualcosa di produttivo gli studi universitari: "r2t" fu la prima cosa che scrisse alla lavagna...bizzarro, visto che era la formula della bicicletta: due ruote ed un telaio!

rimasero mitici gli esempi più astrusi: tipo "se io vado a fa er palomabaro in mezzo alle molecole...!" o anche "se c’ho un gatto appeso ar braccio, e lo faccio penzolà dalla finestra, è logico che non cado di sotto, ma se me s’attaccano cento gatti..."!

e soprattutto la decisione con cui riusciva ad azzittire anche il più casinista, tipo con un "a regazzì, io so gianfranco ceccaroni, de trastevere; e non è che me faccio prende pe’ scemo da gente come voi...".

libro: rigorosamente silvestroni... procuratevelo immediatamente e sfoggiatelo come un solitario debeers! ma soprattutto studiate anche le didascalie delle figure e l’indice! al compito vi sarà certamente utile! ripeto che il libro potrà essere utilizzato durante il compito, ma ci troverete poco o niente da copiare, e cercate di metterci in mezzo meno foglietti possibile perchè il maestro miaghi dice di non vederci bene, ma è un volpone!

ci dimostrò una certa padronanza del linguaggio...conoscendo del resto 4 lingue: italiano, francese, tedesco, romano e vattelappesca. lui vi guiderà lentamente a saper portare la ritmo...una volta presa la patente con la ritmo sarete capaci di guidare qualsiasi automobile! infine...quando avrete, o avrà, qualche dubbio...la risposta a tutte le domande è "per ovvi motivi"!.


maria colurcio - massimo matera

due simpatici docenti dell'università di napoli raggiungono periodicamente i soleggiati prati di tor vergata, portando una ventata di esotismo tipico degli abitanti del golfo (non persico, ma di napoli). indubbiamente padroni della materia, hanno entrambi avuto le più disparate esperienze nelle più strane società italiane e non, ovviamente inerenti alla gestione aziendale.

i testi consigliati:

dispdoc, che solo il giorno della verbalizzazione ho capito cosa significasse...: sarebbero le dispense dei docenti, che vi saranno consegnate nell'ultima parte del corso per la gestione dell'impresa (massimizzazione dei costi e minimizzazione del profitto...aspetta, no, era il contrario...): il consiglio è di impararle a menadito (il 100% di quel che c'è scritto sarà nel compito finale);

thuesen fabrichy - "economia per ingegneri" (che tutti pronuniciano fabrinsky, per arcani motivi): il libro da cui sono tratti i lucidi, no comment;

h.r.varian: qui c'è il trick...la professoressa metterà a disposizione solo alcuni capitoli di questo libro (i cui argomenti sono trattati 2369832798 volte meglio che in "economia per ingegneri"). procuratevelo ad ogni costo: andate dalle vostra amiche di economia, e se non ce l'avete dagli amici, e se non ce l'avete comprateli, e fatevi spiegare gli esercizi che trovate. questo perchè...sapete, è capitato che nel primo esonero 4 esercizi fossero proprio uguali a quelli del varian. li avrà copiati? li sapeva a mente? vedete voi cosa vi conviene...

aneddoti d'esame:

la professoressa colurcio, che tra parentesi è proprio una simpaticona, riesce tramite esercizi con memory dei telefonini nokia a ricordare un bel pò di nomi dei suoi alunni, anche se sono 300...come faccia non si sa, però ci riesce: al secondo esonero mi sono sentito chiamare da dietro per nome e cognome e indovinate chi era? alla fine, visto che stavo in ultima fila (quando arrivi tardi e sono rimaste solo la prima e l'ultima fila che fai, vai a metterti davanti alla cattedra?!?), mi ha pure spostato all'altra aula,in cui c'era matera.

quest'ultimo, pur avendo un pò l'aria distratta, ci vede benissimo...non sopporta che gli alunni chiacchierino tra loro durante il compito, ma lascia copiare...dai, diciamolo! ho visto gente con il libro davanti, spudoratamente! e appena si girava un rumore generalizzato di pagine sfogliate...

c'è stato qualcuno che, avendo avuto la sfortuna di capitare in primissima fila, è riuscito a cavarsela grazie ai prodigi del telefonino...scrivendo i testi degli esercizi alla ragazza (studentessa di economia che se la cava pure...) è riuscito a completare perfettamente metà compito. peccato che dopo i soldi siano finiti...comunque almeno il 18 finale era assicurato, e così è stato.

la mitologia associata:

il trasformismo: la professoressa colurcio ha la peculiare capacità di cambiare dall'oggi al domani le seguenti caratteristiche: vestito (e ci mancherebbe dicono alcuni), pettinatura (fin qui nella normalità, anche se forse se ne và 1/3 dello stipendio), ma soprattutto, e qui c'è dell'incredibile, statura e addirittura faccia!!! that's incredible! se non credete...dovreste vederlo! complimenti! anche perchè è sempre impeccabile, diversamente da molti professori che si trascurano proprio! la bufala: sapete che un ditta italiana ha creato mozzarelle di bufala che si conservano per 28 giorni (...un ciclo!) e che ora può esportarle in arabia saudita scambiandole con lingotti d'oro e barili di petrolio?!? si alza "er daje": "e' una bufala!"...e anche la prof approva la battuta con un bell'applauso...cabaret in aula...

il rimborso dalla nokia: avendo comprato 5 telefonini nokia uguali (così, giusto per buttare un pò di soldi) e essendo il loro prezzo diminuito di 50.000 l (care vecchie lire!) il giorno dopo (per le politiche di mercato), la professoressa colurcio telefonò alla nokia per avere spiegazioni...e sapendo su quali tasti premere, è riuscita ad ottenere come rimborso 5 caricatori da tavolo, e 5 batterie di ricambio...che costano molto più di 50000 x 5 = 250000 £! customer care...chissà come c'ha sbroccato!


vittoria de nitto personè

de-litto passionale, o de nitto pandorina? programmare il dilemma in c++...

dietro un nome così aristocratico...si nasconde qualcuno che di informatica ne sa...eccome! con i suoi lucidi ci ha illuminato, fino a farci raggiungere la consapevolezza di essere portati unicamente a progettare in c++ funzioni che non avessero alcun significato logico né utilità pratica...

sempre attenti a lezione! è capitato che la prof sgridasse un ipotetico alunno x (ogni riferimento è casualmente voluto) - (tra parentesi per qualcosa di cui nemmeno avevo...l’alunno x aveva colpa)... assolutamente non rispondetele male e non fatele domande stupide: vi prenderà anche per il c**o davanti al silenzio gelido e basito dei vostri amichetti...e soprattutto non ditele che non avete la possibilità di utilizzare un computer perché c’è un centro di calcolo, dove ancora non si sa, ma lei dice sempre che c’è! ricordate che butterà qualsiasi vostra scusa sul personale dicendovi (in genere) "devo raccontarle dei miei problemi? ne abbiamo tutti, sta a lei risolverli!".

le sue dispense sono praticamente inutili per chi della materia non ha nemmeno la minima idea (quindi il 75-80 % delle ragazze...), ma spulciatele carpendone anche il più remoto significato e sarete pronti per un exploit al compito! cercate di risolvere tutti gli esercizi proposti nelle dispense e potrete andare tranquilli...l’unico vero consiglio è provare e riprovare i codici fino a quando non avrete dei borsoni neri sotto gli occhi; e non scoraggiatevi quando troverete che un programmino di 5 righe alla compilazione dà tipo 195 errori! sarà un tipico sintomo di personite bronco-spastica.

modalità 2 esoneri + scritto finale: se non passi l’esonero ci vediamo a fine corso, se vuoi fare l’esame finale annulli tutti i precedenti...(bello no?!?!). gli argomenti:

per la prima parte (approssimativamente):

- conversione numerica in binario e altre basi a caso, rappresentazione dei numeri in virgola mobile normalizzata, mantissa ed esponenti;

- domande a risposta multipla sulla sintassi dei costrutti while, for, if (attenzione perché in mezzo ci sono le tabelle di verità);

- cosa fa questo programmino? (c’è sempre una fregatura!): attenzione a quando chiede il numero di volte che avviene la lettura di una informazione: ricordate di aggiungere se c’è quella di ingresso (quindi n diventa n+1!);

- stato e ambiente, campo d’azione, variabili locali e globali;

- chiamate di funzioni con passaggio per valore e per riferimento (questo è fondamentale per capire tutti i cavilli del c++!);

- ricorsione e iterazione;

per la seconda parte:

- per quanto riguarda struct e class ci saranno solo esercizi sulla sintassi e sul significato logico di alcune chiamate a funzione;

- progettazione di un programma con chiamata di funzioni di vario tipo (media, swap, scroll, inserimento elementi, cout elementi e posizione): il programma utilizzerà degli array come argomenti di funzioni, non è richiesta maniacale correttezza sintattica.

ma se non sapete fare questo vi siete giocati l’esame perché quando l'ho fatto io chi non aveva fatto il programma nel secondo esonero veniva bocciato sistematicamente...

questi i testi che dovrete procurarvi (ma una prof come nella foto mai capita?!?):

domenici - introduzione alla programmazione ad elementi di strutture dati con il linguaggio c++ - franco angeli: il libro non è male...è solo che in alcuni casi è un po’ troppo sintetico, ma se riuscite a capire gli argomenti durante la lezione non vi sarà difficile fissare i concetti. comunque consiglio il libro deitel&deitel (detto anche hansel & gretel e che per caso trovai a casa di una mia amica... ma questo non vi interessa) per svariati importantissimi motivi: ha la copertina più colorata di tutti (arancione), perché ha il cd allegato in modo che non dovrete scaricare da internet 500 mega di files (tra programmi, template e librerie), perché ci sono un sacco di esempi simpatici e di programmini da studiare, copiare, modificare a piacimento (alcuni addirittura utili, e non è poco per fondamenti1), perché ci sono degli speciali indicatori (progetto compatibilità, portabilità, manutenibilità o cose del genere...che migliorano velocità di esecuzione ecc...) che vi faranno diventare dei programmatori esperti in tricks di vario genere ma soprattutto che vi aiuteranno a far girare i vostri programmini a meraviglia. e questo era solo il libro tecniche di base; in più, per i curiosoni o i piccoli bill gates, c’è qualcosa come "tecniche avanzate di programmazione in c++" che merita davvero di essere letto se si ha voglia di creare virus potenti come melissa, o crackare apache o a scelta utili euroconvertitori dalla simpatica interfaccia grafica... scegliete voi! quindi se ci volete capire qualcosa di c++ consiglio deitel & deitel.

sciuto, buonanno, fornaciari, mari - introduzione ai sistemi informatici - capitoli 1 e 2 - mc graw hill: dovrete fotocopiarvi (anche se non è il massimo della legalità...) questi 2 capitoli per entrare un po’ nell’ottica dei linguaggi di programmazione; è più un’introduzione al corso, quindi se già ci capite qualcosa di computer lasciateli tranquillamente marcire in una qualsiasi delle nostre care librerie universitarie (e per lo stesso motivo sono indicati per quel 75-80% di ragazze, ma se consideriamo che per canale ce ne sono al massimo 3...meglio che lo leggiate tutte).

de nitto personè: appunti per il corso fondamenti di informatica i - aa 2000/2001: già sapete di cosa si tratta e di come, soventemente, siano incomprensibili.

i programmi:

quello consigliato (nel senso che è gratuito e lo trovate anche su universitor) è devc++. tuttavia esiste di meglio:

microsoft visual c++ 4.0 o superiori è uno spettacolo (vabbè, forse per un prodotto microsoft stò esagerando...) perché, essendo un developers studio, vi dà la possibilità di creare qualsiasi cosa in c++ con qualsiasi funzionalità. in più ci trovate tante librerie, templates e una guida in linea ben realizzata. occupa un po’, costa un po’, è complicato un po’, ma io ce l’ho ed è il migliore. da avere assolutamente.

ovviamente noi onesti studenti alla fine lo troviamo crackato da qualche parte o lo compriamo dagli extracomunitari fuori dal supermercato a 2 scudi...ovviamente i programmi che originali costano 2 milioni tu li compri a 2 scudi no? apriamo un forum sulla questione pirateria...


fisica 1 - prof.g.balestrino

materia interessante...professore ok...esercitatore mitologico (grande piergianni!)...cos'altro dire, un modulo che ha funzionato veramente bene! il libro consigliato è il roller-blum, c'è scritto veramente tutto il necessario. cercate di studiarvi bene gli esercizi proposti, potrebbero comunque anche bastare gli appunti presi a lezione. l'esame è composto da 5 domande, di cui un paio a risposta aperta (di logica) e le restanti a risposta multipla (con tutti i trabocchetti del caso).

poi ci sono sempre tre esercizi, di difficoltà moderata, cioè non proprio impossibili...anzi, diciamo che ne ho visti alcuni in cui bastava fare un passaggio...c'è la possibilità di provare con i due esoneri, e per migliorare utilizzare l'esame finale, oppure semplicemente comunicare al professore la propria intenzione di volersi prendere un pò più di tempo, concludendo l'esame a settembre e conservando i voti ottenuti agli esoneri. peccato per la macchinosità del modulo di iscrizione al corso che avviene esclusivamente via internet, all'indirizzo (questo è importante) http://160.80.91.95/studenti/home.htm . attenzione: il sito è sempre affollatissimo, quindi armatevi di santa pazienza, per trascorrere simpatiche orette davanti allo schermo, leggendo sistematicamente il fatidico errore 404 (cannot load page) di internet explorer...anche se ci proverete la notte alle tre il risultato sarà lo stesso. rasenterete la depressione appena avrà caricato il sito...meno male che qualcuno ha la vaga idea di come le cose colorate siano più stimolanti (...eh,eh! ogni riferimento ad universitor è purameeente casuale!). altra pecca è la possibilità di avere chiarimenti dal professore, magari andandolo a trovare nel suo ufficio, il quale comunque dedicherà sempre una mezz'ora dopo la lezione ai volenterosi novizi della fisica.

il salernitano, rinomato per l'articolo comparso su quark sulle leggi fisiche che regolano la macchinetta per il caffè (la napoletana...), è un ricercatore nel campo dei superconduttori...cosa significa...in realtà sembra che non ci veda proprio bene, mentre il gran furbone è pressochè una lince, a distanze superiori ai 5 metri. attenzione durante gli esami, perchè ho visto annullare un bel pò di compitini...avete presente l'esperienza personale?!?

fondamenti di informatica 2 - prof.m.vindigni

un ex-alunno della nostra università ci insegna qualcosa! un gran simpaticone, con qualche chiletto di troppo, ma che gli dona un aspetto inconfondibile alla eddie murphy, tipo dottor dolittle...solo che lui (dicono) fa gli impicci con le carte di credito, le combinazioni e le banche, al posto di cercare la formula magica per dimagrire. da notare comunque nel suo ufficio il bidone di pesoformula, che fa molto 7 chili in 7 giorni. ci manca solo il vibromassaggiatore a 6 marce e la fascetta da tennista sulla fronte...grande michelone! lui che ha espresso chiaramente pareri postivi su questo sito. lui che anche dopo 12 ore di lezione riesce a risponderti con delle metafore che fanno ridere, e capire. lui che, anche per chi ha iniziato male con la denitto (non me ne voglia...), riesce a riportarti in carreggiata. lui che fa degli esami tutti a crocette con 10 domande (a punteggio variabile, con bonus-malus a seconda del numero di crocette segnate), ognuna con 6 risposte, ovviamente tutte simili, che più trabocchetto non si può! e vabbè, è un pò stretto di voti, i conti li fa il computer con excel e lui non ci mette più mano. ah, dimenticavo, un consiglio: andate sempre a controllare i compiti, perchè vengono corretti al computer. visto che dovrete mettere dei palloni (non pallini) su un foglio separato, che poi viene scansito, il sistema potrebbe sbagliarsi su alcuni palloni...io ad esempio ho scalato di 10 punti esatti...troverete il suo sito, con gli orari di lezioni ed esoneri, su www.uniroma2.it/didattica alla voce m.vindigni (c'è un piccolo motore di ricerca ad inizio pagina). chiedetegli di fare esercizi, perchè (chissà come...) se ne dimentica...avrete un libro fatto delle sue dispense in .pdf, quindi non vi servirà nessun testo, se vorrete potrete ampliare le vostre conoscenze su deitel&deitel, primo o secondo volume. that's all.


il test di idoneità all'inglese: sex, drugs and rock'n'roll!

dopo 1 mese di code e di attese per prenotarsi (dovete andare alla segreteria di lettere per iscrivervi, per poi tornarci ogni giorno per controllare le date) finalmente mi trovo in aula con bellissime ragazze al fianco...quasi un sogno...ma questa è l'esperienza di chi inglese l'ha passato al primo turno, senza corsi aggiuntivi. se avete la lingua sciolta, se avete superato la paura di pronunziare ad alta voce quegli strani versi e anzi, ci mettete anche delle parolaccie e degli intercalari in mezzo, e conoscete anche il dialetto yankee, questa prova sarà una passeggiata.

funziona così: una gentile signorina inglese vi consegnerà dei fogli (voi risponderete cortesemente "thanks...") e inizierà a parlare come una canzone di busta rhymes in cui si aumenti il pitch a +5/+6 (per chi non lo sapesse è una cosa velocissima...):

le prime 20 domande testano la capacità di comprendere il parlato; io ho fatto così: prima che lei parlasse ho letto le risposte tra cui scegliere, in modo da conoscere bene o male l'argomento, e avere degli indizi eventualmente sulle parole non ben comprese;

la seconda parte prevede 60 domande in cui si devono scegliere i vocaboli esatti: aggettivi, pronomi, verbi. ma soprattutto sono richiesti termini di vocabolario. l'ultima parte è quella che richiede più attenzione: si tratta di domande di logica in inglese, con sottigliezze di ragionamento e sfumature semantiche, ed è la parte per cui in genere si impegna più tempo.

ricordo che conclusi la prova con 1/4 d'ora d'anticipo...giusto in tempo per andare a seguire il professor sinestrari e le prime battute di analisi i...era il 25 ottobre.

giuseppe pareschi

algebra e geometria

matrici ed eliminazioni di gauss...pazzeschi!

in fin dei conti l’eliminazione di gauss, "spic e span d’inculambda”" (equivalente a span in q lambda), autovalori e autovettori non sono poi concetti così complessi...basterà svolgere tutti gli esercizi proposti. pareschi è solito utilizzare le proprie dispense durante lo svolgimento del corso, e vi assicuro che ci troverete veramente tutto quello che serve, in maniera chiara e con tanti esempi esplicativi.

peccato che in alcuni casi i caratteri cuneiformi del pazzeschi (di genesi assirio-babilonese sostengono alcuni) non siano di facile comprensione per noi esseri comuni abituati all’alfabeto latino, forse anche per via delle fotocopie un pò sbiadite del fecal-point (o del vostro rivenditore di fiducia...u o t? altro dilemma!): superato questo ostacolo sarete padroni della materia. in genere distribuisce anche dei fogli di esercizi durante le lezioni, e se troverete degli errori nei suoi testi (e ce ne sono...io ne ho fatti presenti 6 o 7) lui sarà ben felice di correggerli con voi. è uno dei professori più disponibili che abbia mai visto.

molta attenzione va dedicata alle dimostrazioni: non le ricorderete mai, ma servono a capire tutte le sottigliezze che valgono punti su punti nei compiti del pareschi: è un po’ pignolo, diciamolo...

le figure illustrano un paio di studi sulla conformazione fisica di pareschi.

il prof in questione, essendo di buon animo (diversamente da molti altri, ma non voglio fare polemica...), vi regalerà la fantastica possibilità di fare 2 esoneri, se si vuole il compito finale, e anche di scegliere quelli che sono andati meglio.

se poi non sarete sazi potrete risolvere tutto con una domandina pre-verbalizzazione. cos’altro dire...parliamo delle leggende su di lui!

troverete il suo studio nel corridoio di quello di sinestrari, quello con tutti i quadri delle costruzioni di un qualche architetto, al piano terra (dai, scherzo: è il palladio!). entrerete, e lui sorridente vi dirà "...sapete, sono un po’ disordinato...", e scoprirete un attaccapanni in un angolo dove in genere tiene le sue magliette boscaiole, a volte anche la scure e la legna ancora da spaccare. il fatto che sia disordinato si capisce anche da un desktop del computer con circa 12357 icone una sull’altra:

come fa a ritrovare i files è un mistero... nella ricerca le sposta sovrapponendole una all'altra. poi c’è la leggenda del "fornaro", che vuole pareschi propretario di un vapoforno come secondo lavoro...(ma queste sono storie già sentite) il gesso e le mitiche buste da lettera da 5 kg (piene appunto di gesso e suoi derivati) le troverete sparse un po’ dappertutto. altra narrazione tradizionale vuole il prof. (muscolosissimo a nostro avviso) reggere la lavagna, o meglio proprio il muro, mentre scrive, per evitare eccessive sollecitazioni strutturali e quindi il crollo dell’intero edificio di sogene (che non sarebbe poi così male...). infine mitologica è la velocità di scrittura e i suoi cambi di marcia, degni del paragone con carletto sinestrari: si dice che il carletto scriva di classe, tutto controllo, mentre il pareschi sia la versione di potenza...infatti vedrete come a circa 45 minuti dalla fine della lezione aumenterà la quantità di lavagne/secondo: vi volterete a guardare qualcuno che passa per un attimo e troverete 4 lavagne in più scritte in meno di 3 secondi !!!

un uomo, un perchè: la stirpe dei question-man.

sapete quegli alunni simpaticoni che devono per forza fare le domande, nel 99 % dei casi stupidissime, nel rimanente 1% proprio idiote, per farsi vedere dal professore? ebbene si, qualche professore ha avuto la faccia tosta di rispondere addirittura male...in genere svicolano o fanno finta di niente...ma quando il question man insiste...

un esempio calzante è rappresentato dall'unico vero originale inimitabile question-man, il nostro, di telecimunicazioni.

fase iniziale:timidamente si alza la mano e si approccia per la prima domanda; visto che il giochetto funziona, si passa ad altre 4783 stronzate...fase intermedia:il soggetto, in preda a complessi narcisistici di onnipotenza, va dicendo in giro "...ma sai, algebra e geometria è banale..."prendendo poi agli esoneri rispettivamente 1,5 e 0,5...essendo poi ovviamente bocciato anche negli altri esami...pensa poi anche di poter fare il comodo suo in aula (tipo fumare): ma visto e sgridato dal professore, arrossendo scappa; in questa fase non possono che partire le offese personali, quali: sei più brutto di un fr**io con le emorroidi...stadio finale: scatta la violenza, per il reiterato abuso di quel dono di dio che è la lingua...le botte, il secchione dell'immondizia rovesciato in testa, scappellotti e addirittura insulti alla famiglia e alla ragazza (che tra l'altro in genere è, scusate se sono troppo esplicito, un gran cesso...); in questa fase l'individuo inizia a reagire alzandosi ed andandosene, con un fare quasi titanico, peccato che si è messo oramai contro 638 studenti che, innervositi dai pessimi risultati, non hanno che voglia di spaccare tutto, o la faccia a qualcuno. così, con la coda tra le gambe, il question-man non può che dileguarsi e cambiare facoltà, o darsi all'ippica volendo.

una domanda stupida, idiozia ad alte concentrazioni, può essere: "ma se metto in palestra 2 pesi da 40 o 4 pesi da 20 cosa cambia?" o cose del genere...sopprimiamoli! la soluzione al problema dalla parte del soggetto: come non sentirsi umiliati in situazioni simili? beh, una soluzione c'è...basta una ragazza (molto carina...ma tanto pure se non è un granchè...massa di depravati!) che distragga i più accaniti punitori del question-man...potrà così questa specie salvarsi dall'estinzione, diventando alla fine anche molto amica dei suoi predatori, o meglio aguzzini.

un classico happy-end, in fin dei conti...volemose bbene!

[nota a posteriori: il question ha abbandonato gli studi in data 1 giugno 2003]


carlo sinestrari

analisi i

un simpatico ragazzetto, mingherlino, occhialetti circolari, si presenta il primo giorno di università spacciandosi per un professore di analisi. volano urli e aeroplanini in quantità industriale. si rivelò invece essere lui l’uomo dal velocissimo braccio destro, dalle meningi biturbo v6 aspirate intercooler 16 valvole che, nelle leggende suburbane, rispondeva al nome di carletto (ricordate la sigla "eeeeh...carletto chi è?"). la sua barbetta algebrica, immediatamente imitata da tutti gli alunni di sesso maschile che potevano permetterselo (compreso io...sapete, è cosi charmant...), dona a chi la porta un aspetto alla camillo benso conte di cavour, ma è così sexy che tutte le ragazze impazziscono, urlando regole di integrazione e derivate fondamentali, come possedute dallo spirito di pitagora.

al di là delle belle favole, il corso giunge fino allo studio delle derivate, per poi approdare (se ci si riesce senza affogare prima ovviamente...) ad analisi 2 con gli integrali (che tra parentesi arrivati alle serie diventa una cosa impossibile...con cui mi ci gioco la pasqua). il 99% di quel che dovete sapere viene applicato negli studi di funzioni, vi li ricordate dalle superiori no? i compiti di sinestrari, per rispettare il suo stile, sono "a crocette", quindi domande a risposta multipla con 6 alternative: 4 distrattori, una stupidaggine madornale e quella giusta...inutile dire che tantissimi errori avvengono solo perché, appunto, si è "distratti" da risposte che variano per delle sottigliezze (boh, io penso ancora che alcune fossero uguali...) e i punti se ne vanno! quindi metteteci veramente il cuore prima di segnare con una x a penna la risposta che per voi è la più esatta. a volte potrebbe anche essere utile motivare con qualche strano simbolo la risposta: non è del tutto lecito, ma vi può aiutare in fase di correzione, perché potrete dimostrare almeno di aver pensato giusto! negli esami ovviamente non vi conviene copiare dal vicino o da amici per 3 ovvi motivi: 1) sinestrari, in collaborazione con perfetti (e chi sennò...) è riuscito a dare ben 235 compiti diversi, spiegandoci anche che tu inserisci degli esercizi nel computer e lui te li divide e te li stampa in modo che nessuno possa copiare o possa trovare qualcuno che abbia un solo esercizio uguale nel raggio di 450 metri (quindi da aula t8 o pp1 agli edifici nuovi o alla romanina...); 2) sinestrari, in collaborazione con perfetti (e chi sennò...e sò 2!) ha un metodo per trovare chi copia, o chi detiene materiale illegale come foglietti o calcolatrici programmabili: quella della lince (detto anche dell’aquila), con i suoi occhiali bionici si dice che riesca a vedere anche nelle cartelle (che comunque vi farà lasciare all’ingresso, quindi doppia fregatura) o attraverso i muri (una specie di radar-sonar-metal detector integrato); 3) a volte il vostro vicino, essendo convinto di sapere, ma preso dal panico per non riuscire a completare un esercizio, vi darà dei suggerimenti a caso...ed è capitato che qualcuno abbia preso un numero che tende a zero (lim voto tende a 0).

il libro consigliato è bertsch - dal passo, che se non vado errato sono due docenti della nostra università; è un testo realizzato discretamente (per non dire che fa schifo, sapete...), certo non privo di errori, che tuttavia riesce nello scopo specialmente per le sezioni dedicate agli esercizi svolti. diciamolo, la teoria e le dimostrazioni sono le cose più "pallose".

viene consigliato di affiancare al questo libro il giusti, dove ci sono gli esercizi, ma se vi devo dire la verità io l’ho comprato e non l’ho mai aperto, anche perché il professore lascia dei fogli di esercizi da svolgere in aula e potrete trovare sul sito del professor perfetti dei file di esercizi in postscript (quindi scaricate 7-8 mega di programma, che poi manco funziona bene...lo odio ‘stò linguagggio! ma pdf no, eh?).

i consigli:

visto che per le leggi del mondo ci deve sempre essere qualcuno che rompe le scatole e fa casino in aula, cercate sempre di stare nelle prime file, visto che le ore di lezione con sinestrari sono utili: se riuscirete a stare attenti vi troverete già a buon punto.

carletto è un professore molto disponibile, se avete dei dubbi o delle domande, o volete semplicemente sapere il perché dell’esistenza (visto che lui conosce gente a tubinga, che se non mi sbaglio è il paese di william friederich hegel), andate nel suo studio.

durante le prove l’unica risposta che vi darà il professore sarà "...questo lo dovrebbe sapere lei..." quindi è pressochè inutile fare la fila e perdere tempo prezioso: gli esercizi in genere sono 9-10 e il tempo è poco (2 ore).

novella 3000: special sinestrari... questi i suoi tratti distintivi:

"l'idea della dimostrazione è..."

le sue dimostrazioni infinite

"carlè, cori... te stanno a rubbà la maghina!" e lui che corre a vedere alla finestra. si gira e dice: "possiedo una citroen ax". la volta seguente invece: "no ragazzi, tranquilli: son venuto in motorino..."


analisi 2 - prof.c.sinestrari

non c'è più che dire sul mio professore di analisi1. carletto ci manchi! chiaro, preciso, disponibile, simpatico, umano. unica pecca è stata l'organizzazione del corso, finita in mano a lele callegari, che (giustamente) negli esami ha inserito tipologie di esercizi da lui svolte nel suo canale. purtroppo noi dell'altro canale ne avevamo visti ben pochi, con risultati prevedibili...quindi consiglio: se le esercitazioni di callegari sono in orari in cui l'altro canale non ha lezione, beh non perdetevele! vi darà anche tonnellate di esercizi in più (riuscirete a costruirvi un bel librettino). se volete passare indenni questo esame vi basterà fare veramente tanti esercizi.

 
di piko! (del 24/05/2002 @ 11:59:23, in _muy felìz :., linkato 1578 volte):.

ho cercato di compensarmi con lo spirito.

voi pregiate sopra ogni cosa e non vi stancate mai di lodare la costanza dei sentimenti e la coerenza del carattere. e perché? perché siete vigliacchi, perché avete paura di voi stessi, cioè di perdere - mutando - la realtà che vi siete data, e di riconoscere, quindi, che essa non era altro che una vostra illusione, che dunque non esiste alcuna realtà, se non quella che ci diamo noi.

ma che vuol dire, domando io, darsi una realtà, se non fissarsi in un sentimento, rapprendersi, irrigidirsi, incrostarsi in esso? e dunque, arrestare in noi il perpetuo movimento vitale, far di noi tanti piccoli e miseri stagni in attesa di putrefazione, mentre la vita è flusso continuo, incandescente e indistinto.

vedi, è questo il pensiero che mi sconvolge e mi rende feroce!

la vita è il vento, la vita è il mare, la vita è il fuoco; non la terra che si incrosta e assume forma.

ogni forma è la morte.

tutto ciò che si toglie dallo stato di fusione e si rapprende, in questo flusso continuo, incandescente e indistinto, è la morte.

io vedo, con ribrezzo, il mio spirito dibattersi in questa trappola, per non fissarsi anch'esso nel corpo già leso dagli anni e appesantito. scaccio subito ogni idea che tenda a raffermarsi in me; interrompo subito ogni atto che tenda a divenire in me un'abitudine; non voglio che il mio spirito mi s'indurisca anch'esso in una crosta di concetti. ma sento che il corpo di giorno in giorno stenta a seguire lo spirito irrequieto; casca, casca, ha i ginocchi stanchi e le mani grevi… vuole il riposo! glielo darò.

no, no. non so, non voglio rassegnarmi a dare anch'io lo spettacolo miserando di tutti i vecchi, che finiscono di morir lentamente. no. ma prima non so, vorrei far qualche cosa d'enorme, d'inaudito, per dare uno sfogo a questa rabbia che mi divora.

 

io già non lo stavo più ad ascoltare, stavo dietro ai grilli che avevo per la testa e con un gesto impetuoso d'un tratto mi piantai la bocca della pistola sulla fronte, sopra l'occhio destro. un uomo che si lascia trasportare dalle sue passioni, perde ogni facoltà di giudizio e viene considerato come un ubriaco, come un pazzo. oh gente ragionevole! - esclamai sorridendo - passione! ebbrezza! pazzia! state lì tutti tranquilli, indifferenti, voialtri uomini morali! biasimate colui che beve, esecrate colui che ha perduto il senno, passate per la vostra strada come lo scriba e ringraziate iddio come il fariseo che non vi ha fatti simili a costoro! sono stato ubriaco più di una volta, le mie passioni non sono mai state molto lontane dalla pazzia, eppure non me ne pento: poiché nel mio piccolo sono riuscito a comprendere che tutti gli uomini straordinari i quali hanno compiuto qualche cosa di grande, qualche cosa che varcava i limiti delle nostre normali possibilità, sono sempre stati diffamati come ubriachi e come pazzi. ed anche nella vita quotidiana, è una cosa insopportabile sentir gridare dietro a chiunque abbia compiuto un'azione anche solo relativamente ardita, nobile ed inconsueta: quell'uomo è ubriaco, quell'uomo è pazzo! vergognatevi, gente sobria! vergognatevi, gente saggia! - .
stavo per interrompere il discorso; giacchè non c'è nulla che mi faccia perdere la calma come vedere avanti uno con un luogo comune insignificante, quando io parlo con il cuore in mano. tuttavia mi rimisi subito perché quella frase l'avevo già sentita spesso e spesso m'aveva fatto arrabbiare, e gli ribattei con una certa vivacità: - tu la chiami debolezza? ti prego, non lasciarti ingannare dalle apparenze. un popolo che languisce sotto il giogo insopportabile di un tiranno, merita di essere chiamato debole se alla fine insorge e infrange le sue catene? un uomo, che per lo spavento di vedere il fuoco distruggere la sua casa, sente tutte le proprie forze moltiplicarsi e con facilità trasporta pesi che in condizioni normali potrebbe appena sollevare; uno che per il furore di essere stato offeso combatte contro sei nemici e li vince, può essere chiamato debole? e se un eccesso fisico viene considerato come una forza, perché non lo sarà anche l'eccesso dei sentimenti? - .

 

sospirò per rimettersi, e singhiozzando lo pregò di continuare a leggere, lo pregò e nella sua voce c'erano gli echi del cielo! lui tremava, gli pareva che il cuore gli scoppiasse, sollevò il foglio e lesse con voce rotta. tutta la forza di queste parole colpì l'infelice. preso dalla disperazione si gettò alle sue ginocchia, le afferrò le mani, se le premette contro gli occhi, contro la fronte. i loro sensi si confusero, essa stringeva le sue mani, se le stringeva sul petto, si inchinò con un gesto doloroso verso di lui, e le loro guance infuocate si toccarono. il mondo dileguò d'intorno, egli la prese fra le braccia, se la strinse al petto e coperse di baci furiosi le sue labbra tremanti. e gettando uno sguardo pieno d'amore sull'infelice essa corse nella stanza accanto e vi si rinchiuse. stese le braccia verso di lei ma non osò trattenerla. rimase steso a terra, con la testa sul canapè e restò in questa posizione per più di mezz'ora finchè un rumore lo richiamò a se stesso. era la serva che voleva preparare la tavola. andò un paio di volte su e giù per la stanza, e poiché si ritrovò solo, si avvicinò alla porta del salotto a chiamarla sottovoce. ella non rispose. giunse correndo alle porte della città. le guardie che erano abituate a vederlo, lo lasciarono passare senza dir nulla. cadeva con violenza nevischio, e solo verso le undici tornò a bussare alla porta. quando tornò a casa, il suo servitore si accorse che aveva perduto il cappello. non osò chiedere nulla. lo aiutò a spogliarsi, era tutto inzuppato. più tardi il suo cappello fu trovato su una rupe che strapiomba sulla valle dall'alto della collina ed è incredibile come egli possa essere salito lassù nella notte buia ed umida, senza precipitare.

 

vanamente avevo sperato di trovare nel mio paese di che calmare l'inquietudine, l'ardore di desiderio, che mi seguono ovunque.

lo studio del mondo non mi aveva insegnato nulla, tuttavia non avevo più la dolcezza dell'ignoranza.
mi trovai ben presto più isolato nella mia patria di quanto non lo fossi stato in terra straniera.
volli gettarmi per qualche tempo in un mondo che non mi diceva nulla e che non m'intendeva.

la mia anima, che nessuna passione aveva ancora logorato, cercava un oggetto che potesse legarla a sé.
ma mi avvidi che davo più di quanto non ricevessi: non si richiedeva da me né un linguaggio elevato, né un sentimento profondo.
non ero che occupato a rimpicciolire la mia vita, per metterla al livello della società.

trattato ovunque come uno spirito romantico, vergognoso della parte che sostenevo, disgustato sempre più dalle cose e dagli uomini, trovai da principio abbastanza piacere in una vita oscura e indipendente.

sconosciuto, mi mescolavo alla folla: vasto deserto d'uomini!
quando giungeva la sera, riprendendo la via del mio rifugio, mi fermavo sui ponti per veder tramontare il sole. l'astro, infiammando i vapori che si levavano dalla città, sembrava oscillare lentamente in un fluido d'oro, come il pendolo dell'orologio dei secoli.
mi ritiravo di notte, attraverso un labirinto di vie solitarie.
guardando i lumi che brillavano nelle dimore degli uomini, mi trasportavo col pensiero alle scene di dolore e di gioia che essi rischiaravano.

e pensavo che sotto tanti tetti abitati, io non avevo una donna.

quella vita, che m'aveva all'inizio affascinato, non tardò a divenirmi tediosa.
mi misi a sondare il mio cuore, a domandarmi cosa desiderassi.

non lo sapevo.

ma eccomi all'improvviso risoluto a terminare in una sorta d'esilio una carriera appena cominciata, e nella quale avevo già divorato dei secoli.
abbraccia il progetto con l'ardore che metto in tutti i miei disegni.
mi si accusa di avere gusti incostanti, di non poter godere a lungo della stessa chimera, d'essere preda di un'immaginazione che si affretta ad arrivare al fondo dei piaceri, come se fosse oppressa dalla loro durata.
mi si accusa di oltrepassare sempre la meta che sono in grado di raggiungere.
cerco soltanto un bene sconosciuto, il cui istinto mi perseguita!

è colpa mia se trovo ovunque dei limiti, se ciò che è finito non ha per me alcun valore?

la solitudine malinconica, lo spettacolo della natura, mi fecero piombare in uno stato pressoché impossibile a descriversi.
per così dire, solo sulla terra, non avendo ancora affatto amato, ero come sommerso da una sovrabbondanza di vita.
talvolta arrossivo all'improvviso, e sentivo scorrere nel mio cuore come dei ruscelli di lava ardente.
talvolta gettavo delle grida involontarie, e la notte era egualmente turbata dai miei sogni e dalle mie veglie.

mi mancava qualche cosa per riempire l'abisso della mia esistenza.

ascoltavo motivi malinconici, che mi ricordavano che in ogni paese il canto naturale dell'uomo è triste, anche quando esprime la felicità. il nostro cuore è uno strumento incompleto, una lira a cui mancano delle corde, e con la quale siamo costretti a rendere gli accenti della gioia sul tono consacrato ai sospiri.

così pensando, camminavo a grandi passi, il viso in fiamme, mentre il vento sibilava tra i miei capelli, senza sentire né pioggia né gelo.
ammaliato, tormentato, e come posseduto dal demonio del mio cuore.
la notte, quando le piogge cadevano sul mio tetto, quando attraverso la finestra vedevo la luna solcare il cumulo delle nubi, mi sembrava che la vita si reduplicasse al fondo del mio cuore, e che avrei avuto la forza di creare dei mondi.

se avessi potuto far partecipare qualcun altro agli slanci che provavo!

oh dio! se tu mi avessi dato una donna secondo i miei desideri! se, come al nostro primo progenitore, tu mi avessi condotto per mano un'eva tratta da me stesso… bellezza celeste, io mi sarei prosternato dinanzi a te; poi, prendendoti tra le braccia, avrei pregato l'eterno di donarti il resto della mia vita.

ero solo. solo sulla terra!

un segreto languore si impadroniva del mio corpo. ben presto il mio cuore non fornì più alimento al mio pensiero, e non mi accorgevo della mia esistenza se non che per un profondo senso di noia.
lottai qualche tempo contro il mio male, ma con indifferenza e senza avere la ferma risoluzione di vincerlo.
infine, non potendo trovare rimedio a quella strana ferita del mio cuore, che non era da nessuna parte ed era ovunque, mi risolvetti a lasciare la vita.

 
di piko! (del 27/05/2002 @ 10:54:37, in _muy felìz :., linkato 2030 volte):.

questo è il testo con cui ho vinto il concorso "the spriters 2002", promosso da coca cola italia, per la realizzazione della nuova serie di pubblicità spriters, certamente qualcuno di voi le ricorderà. il progetto non andò mai in porto, per via di varii rimescolamenti nelle alte sfere, e probabilmente anche per la mia richiesta di finanziamenti. è incredibile come la multinazionale più grande del mondo, non spilli nemmeno un quattrino per attività a scopi umanitarii. avranno ventimila furgoni, cosa sarebbe costato lasciarne uno a noi volontari? magari anche stra-scritto con la pubblicità, a noi serve un furgone. ce lo facciam prestare dalla caritas ogni cinque minuti, ma si rompe ogni quindici. la produzione era convinta a salire fino in croazia, ma più si delineava l'accordo, più ero dubbioso. noi alla fine non ci guadagnavamo nulla, ed è meglio che sia andata così. magari coca cola sarebbe riuscita pure a metter il suo faccione grasso sulla nostra attività, quando in realtà non c'entrava proprio nulla.

L’Ospediale Pediatrico di Gornja Bistra, situato vicino Zagabria (Croazia), è il mio modo di essere spriter.  Un luogo dove la sofferenza raggiunge il suo culmine non solo per la gravità delle patologie, ma anche per le condizioni di disagio in cui vivono i 110 piccoli ospiti. Da 5 anni Noi e Loro insieme si che siamo come Sprite…
Mica tanto dolci né con il pessimo servizio del personale ospedaliero (anche se 8 infermiere sono pochine…) né con la gente del posto che ignora l’antico castello diroccato. Siamo energici per sensibilizzare la popolazione!
Trasparenti nelle serate di condivisione. Attorno al fuoco sotto le stelle, discutiamo con una guida delle nostre impressioni, pensieri, emozioni. Per crescere un po’ anche dentro.
Diamo la scossa, durante le intense giornate di animazione-fisioterapia, per dei bimbi che sono addirittura legati stretti ai letti, chi anche per anni, per “tenerli buoni” e per rallentarne le funzioni fisiologiche.
Sinceri, perché nel campo a Gornja si va in tanti, e tutti diventano fidatissimi amici (e ci sono anche tante ragazze…) per vivere nella massima serenità la missione…senza screzi e quindi con il massimo divertimento!
Effervescenti, mentre ci giochiamo a calcetto Italia-Croazia nella piazza di Zagabria, suoniamo, cantiamo e balliamo nell’intento di raccogliere kune (vernici e stucchi per ristrutturare l’ambiente malsano e deprimente)…e ha funzionato!
Freschi, anche dopo 2 giorni di viaggio da Roma, bivaccando per stazioni, perdendo coincidenze, cercando di farci capire a gesti a Za’Mercatone, dove compriamo il materiale e l’arredamento per la ricostruzione di una casetta dove ospitare i genitori dei bimbi (anche se la maggior parte sono orfani) e i volontari per il campo permanente (dura 1 anno).
Stimolanti, con progetti di adozione a distanza, fund-rising, e soprattutto con il grande sogno di portare almeno uno di quei bimbi fuori dall’ospedale facendolo accogliere in una vera famiglia …
E poi i sinceri abbracci, sporchi di vernice, sotto la doccia tutti insieme all’aperto. E noi 100 ragazzi tra i 16 e i 30 anni, dormire in tenda e d’inverno a palle di neve, noi che impariamo con il linguaggio del corpo, dei gesti, la straordinaria forza che sanno trasmettere questi bimbi…
Sarebbe l’occasione per coniugare un must come Sprite ad una campagna di sensibilizzazione al sociale…un progetto che necessita di uomini e mezzi…magari un furgone!
Eh si, carità, condivisione, contemplazione e crescita. Si può essere spriters anche facendo del bene.

Allego del materiale informativo.



Marco Infussi
 
di piko! (del 27/08/2002 @ 12:11:26, in _muy felìz :., linkato 1455 volte):.

perchè qui non so amare?

[con qualche riferimento sacro-profano-multiesperienzioculturale]

il creato è condannato a non aver senso.

ma non perchè un dio ha voluto così, è a causa di qualcuno che l'ha trascinato fino a divenire quel che è.

tutto l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui la sofferenza, stereotipo delle incongruenze, mostrerà il suo vero volto.

siamo certi della fondamentale inconoscibilità di quel che ci circonda, eppure il problema non ci tange più di tanto.

sapere certo non esiste: anche la matematica si fonda su assiomi, indimostrabili per il semplice fatto che altrimenti non li avremmo chiamati assiomi.

in verità questa è una dimostrazione dell'esistenza di dio?

il materialista cosmico più tenacemente convinto del proprio ateismo, dovrà ammettere che anche la più pura ed astratta delle scienze ha un limite, definito da una domanda piccola, ma di vitale importanza: perchè?

seguendo un ragionamento dicotomico, giungeremo ad un grado di essenzialità della questione che ci costringerà a rispondere il classico perchè si. e dopo non mi venite a dire "ho la dimostrazione, ma il margine della pagina è troppo piccolo per contenerla...".

a pensare che questa avrebbe dovuto essere una riflessione semiseria, per addolcire un pò il tono della raccolta. va bene, ricominciamo.

sai, convincere mamma, e soprattutto nonna, della validità di questa esperienza non è stato difficile.

i guai sono stati altri.

la mattina della partenza mia sorella mi costringe a svegliarmi alle cinque, quando si partiva dopo pranzo. è che l'emozione del viaggio va provata fino in fondo, da pionieri. la sua valigia, di peso e dimensioni ignobili, conteneva più o meno i viveri di un supermercato più i vestiti del magazzino ad esso soprastante, con ovviamente qualche aggeggio inutile da donne. dico, vai in croazia, in un paesino di 34 abitanti, per di più dormi sul prato di un ospedale, ma cosa ci fai con 4 paia di scarpe ed una radiosveglia!?! la mia si, valigia essenziale, compatta, venti magliette e tre calzoncini.

bisogna capire che quando si viaggia s'ha da portare a spasso anche la valigia, a volte sulle spalle; e poi stiparla nel treno, o in autobus, non è mai un'impresa facile. devi poterci anche dormire sopra, allungato in un angolo della stazione, devi poterla aprire senza che ti esploda in faccia, devi riuscire a ricordare quel che ci hai messo dentro. vi prego però, non fate come mia nonna, che attacca sull'apertura l'inventario (!) dei contenuti.

poi sacco a pelo, quel che puoi te lo metti addosso, diciamo quel che ha un valore...che ne so, qualche kuna, magari un documento che serve sempre, il telefonino no perfavore che mia madre mi chiama 245780 volte, che poi per gli italiani è diventato la naturale estensione del braccio...lasciamo perdere, ha rovinato quel barlume di senso magico che c'è nella socializzazione tra individui.

ecco, primo punto a favore dei bambini di gornja bistra. sono così semplici e spontanei, scevri dalle superficialità e dai consumismi di questa società di frivolezze... spesso mi trovo a contatto con i bambini delle nuove generazioni, e vi dico che ho vent'anni ed il cambio generazionale già si sente, magari li vedo da soli in un angolo giocare con il loro amico telefonino da un milione e mezzo, che i genitori furbescamente regalano, per far cosa poi non so. a ripensare ai tempi miei, che poi sono 5 o 6 anni fa, quando si giocava ancora con i giocattoli, oggi sembrano demodè, roba da bambini.

si, ma voi siete bambini!

ok, scusate il volo pindarico.

poi ti porti sempre da mangiare, perchè durante il viaggio non è che il treno ferma per te, e ti assicuro sarà l'ultimo pasto decente che farai.

allora ti ritrovi con la macchina piena di valigie, gli amici che magari vengono per salutarti e quelli che partono con te, comunque pieni di quell'ebrezza adrenalinica del piede fuori dalla porta.

vabbè, per ora stiamo andando solo a roma termini, ma non è la destinazione, quanto lo spirito che conta.

in fin dei conti se vogliamo fare i volontari non si deve arrivare in capo al mondo, basta già guardare in famiglia, perchè diciamolo, il problema del sociale nasce sempre da lì. è ovvio che se i bimbi di gornja bistra avessero avuto tutti dei genitori che li accudissero, non sarebbero servite le nostre "cure parentali", perchè il peggio della loro condizione era (fortunatamente non è più, merito di tutti i volontari, ripeto, volontari, non genitori o personale retribuito) questa trascuratezza nelle emozioni, nei sentimenti, che li declassava quasi a soprammobili. perdonami questo essere così cinico, ma credo che un cucciolo d'uomo vada seguito, amato ed educato, qualsiasi forma abbia: cosa c'è di più bello di un bambino e quale realizzazione migliore di vederlo crescere, forgiandolo con una morale dai principi seri, concreti ed universalmente condivisi?

di nuovo, torno al viaggio. questo scrivere è un flusso di coscienza: parolibere. sul treno si fa sempre un pò di conoscenza, persone squisite con cui dovrai abitare per un pò. sono dell'idea che chiunque intraprenda un viaggio simile abbia una marcia in più, ed è bello scoprire che anche la persona che vedi tutti i giorni sia così allegramente diversa. eh si, un familiare clima di amicizia. appoggiato un attimo ad una colonna, aspettando il secondo treno, per venezia mestre stavolta, si canta qualche canzone. sono attimi di street-livin', che ricorderai, perchè ti sembra di avere una libertà sconosciuta al resto del mondo, ed anche perchè vedi distinti signori sbattersene delle convenzioni e tornare un pò alle origini da ragazzi: se ne va via tutta quella patina di ripettabilità, autorevolezza, di "distacco professionale".

questo tema vale anche dentro l'ospedale. "la medicina tende a migliorare il tenore di vita", ed in fin dei conti noi volontari siamo tutti un pò malati di "eccessiva felicità".

comincia il vero stress, perchè l'italia è bella si, ma per arrivare fino a venezia mestre ci vuole un anno. ragioniamo, se dormi adesso stanotte non si sa se fai il solitario sul sedile davanti (sempre che sia libero...) o chiacchieri con un signore grasso e baffuto di budapest; tuttavia potresti cantare a squarciagola "azzurro" o simili per ore, magari fare pure un pò di avanspettacolo per i compagni di scompartimento, per scoprire poi che di notte non riesci a dormire perchè alla frontiera ti controllano i documenti ogni 8 secondi, e il signore grasso coi baffi di budapest puzza di salame e appoggia la testa sulla tua spalla, e non puoi nemmeno allungare le gambe sul sedile davanti, perchè ci sono due francesi ubriachi e fumati puzzolenti pure loro perchè fanno l'interrail est-europa da circa sei mesi.

pensi come disse lenin: che fare? senti in te reduplicare le forze e decidi di non dormire nè il giorno nè la notte, perchè il viaggio va succhiato nell'essenza, e per tutta la sua durata.

tra canti balli, scenette tragicomiche e soprattutto ragazze che non sputano un attimo di sparlare di chi-cosa-come-quando, decidi di fare un salto al bagno. cerchi di immaginare il funzionamento del "bagno chimico", e scopri che i tuoi rifiuti organici finiscono sulle rotaie quando tiri la catena. noi pensiamo che a tirare la catena (che poi a casa pigiamo sempre un bottone, comunque insistiamo nel dire così) esca l'acqua, invece no, si sposta una diga circolare di plastica nera grossa come un cd, e attraverso il simpatico foro osserviamo correre le rotaie, salutando il nostro regalino. complimenti alla teconologia italiana del bagno chimico. più che altro meccanico-napoletano nella soluzione, con tutto il rispetto per l'ingegnosità del sistema e dei partenopei. deliravo dopo questa scoperta, specialmente pensando a cosa succede sugli aeroplani. non so se vi capita mai di sentire una gocciolina mentre camminate, ma non piove, c'è il sole, che sarà?

la malinconia delle verdi colline che scorrono, si mischia ai ricordi di viaggi precedenti, ai pensieri per chi non ce l'ha fatta, a quel che verrà, e alla fine si affaccia il buffo spostamento in autobus dell'estate precedente. gente nuova, quasi mai vista, un autobus e due furgoni un pò scassati della diocesi, ovviamente destinati ad arrivare a gornja bistra in qualche maledetto modo. trovo spazio dietro una sedicente quasi-trentenne, ho fotunatamente l'accortezza di prendere il posto sul corridoio, non vicino al vetro, vista la larghezza dell'intercapedine tra i sedili, perchè di tale si trattava. il viaggio comincia, e non passano cinque minuti che daniela q., così si chiamava la ragazza davanti, attacca una chiacchiera direi quasi degna della mia. con il visino dolce dolce mi chiede "posso allungare il sedile?" ed io, scemo, convinto che la cavalleria non è morta, "certo...!". del resto come dirle di no? ma no, cosa pensi, mica perchè era caruccia, è l'atmosfera di gornja bistra che, dico davvero, infonde un'aura di disponibilità, di fratellanza, che non trova spazio a casa nostra. da qui il titolo infatti, che poi non è mio, me lo scrisse laura m. di ancona in una lettera. mi accorsi dell'errore fatale quando dopo un quarto d'ora avevo i crampi. le gambe anchilosate, le orecchie distrutte dal ritmo martellante di daniela, e poi l'aria condizionata a tremila, dritta sulla nuca, omicida, la notte ed un blasfemo film comico che abbiamo visto in due, mi piombarono in uno stato pressochè impossibile a descriversi. l'altro, alessandro p., m'aveva detto "mi siedo qua, almeno stò con qualcuno di compagnia", perchè evidentemente anche lui non riusciva a sostenere i ritmi di daniela, ed iniziato il film si sbellicava dalle risate, forse in preda a delirio da ubriachezza di sonno. io ero lucido, e il film non faceva affatto ridere. nel climax del calvario, matteo g., mio carissimo amico che avevo deciso di invitare ad intraprendere la missione con me, si addormenta. poichè non è di dimensioni "canoniche", quanto "cannoniche" o "camioniche", nel sedile non c'entravo più! è lo spannung. prendo lo zaino, l'allungo per il corridoio dell'autobus, m'allungo sulla moquette rossa datata 1937, e lascio in pasto agli acari (avrei voluto che fossero stati acari, ma era grossi come scarafaggi) braccia e gambe, visto che avevo maglietta e calzoncini. nel viavai di gente, classico avant-andrè, non si dormiva. la risoluzione: gli scalini della porta centrale. metallici, freschetti, sicuramente meno comodi, ma anche meno rischiosi. ore cinque, fermata all'autogrill. escono tutti, io ero talmente scomposto e calpestato che mi ci è voluto un pò per riattivare i sensi. silvia m. mi guarda alzarmi dall scalino, lei stava male, aveva la febbre. vabbè, non credere però che l'autobus fosse un lazzaretto. dai, è roba ermanno-travel insomma. allora m'alzo, mi stiro, fa freschetto, alba alla stazione di servizio, apro lo sportello ancora addormentato per prendere il k-way, ma dò una capocciata tremenda sullo stipite che silvia scoppia a ridere. lei lo ricorderà, poi siamo diventati amici, ma mi sono girato ed un disgustato vaffank*** non gliel'ha tolto nessuno.

mi fa ritornare in me massimo de c. che canta, o meglio urla, con il suo tono alla gigi d'alessio; portentoso si, ma io gigi d'alessio lo odio. più che un risveglio, è un sobbalzo. venezia mestre. in realtà il pulviscolo atmosferico di quelle zone è costituito di zanzare, grosse al minimo come un pugno. appena scesi giuliano de m. viene punto sul polpaccio, e gli si fa un bozzo davvero uguale a quello dei cartoni animati giapponesi: di forma cilindrica, alto un centimetro: non è una bolla, è un bozzo! lui sta lì lì con la lacrimuccia perchè gli arreca un certo fastidio, mentre mia sorella si improvvisa rambo e con borse e ciabatte fa una carneficina di insetti sui muretti dei sottopassaggi. ragà, le risate... e poi immaginate le valigie pesantissime di tutte le ragazze a risalire le scalinate dei sottopassaggi... c'era cecilia c. che trascinava la valigia di traverso salendo le scalette tirandola con due mani. allora appratati come un branco di bufali a mangiare, aspettiamo dalle 21 circa il treno per budapest, che passa a mezzanotte e qualcosa.

si sale per budapest. le luci sono spente. una trovata pubblicitaria? un vagone romantico? invece no: per un guasto all'impianto elettrico tiriamo fuori le torce (le volontarie sono sempre fornitissime...hanno anche paura del buio!) e cerchiamo di sistemare i bagagli, ovviamente dopo aver trovato i nostri scompartimenti, prenotati e puntualmente occupati, che non si vedeva proprio nulla. alcuni giapponesi (?) sgombrano subito, in fin dei conti eravamo stati cortesi, ma c'era questo signore, ungherese come il salame, che faceva proprio finta di non capire... con la violenza psicologica l'abbiamo fatto alzare: basta fare un casino tremendo mentre lui cerca di dormire. semplice, no?

e pensate quant'è piccolo il mondo, trovo sul treno gente delle mie parti. peccato averla conosciuta tra una bestemmia ed un'insulto perchè facevamo bordello di notte con la chitarra. i colpi che m'avrà mandato quello...torna la luce, gradevole, blu. cerchiamo di dormire ma...

a villa opicina è regolare, documenti. tutto ok, si torna a nanna. ma chi immaginava che da lì in poi, per quella lingua di slovenia che si deve attraversare, si va a 0,5 km all'ora, scendono 7634 persone con borsoni e baffi di quelli che si rigirano dal basso verso l'alto, e ti richiedono i documenti proprio nel momento in cui ti sei accomodato, incastrato tra le pieghe e le giunture dei sedili... alora entra la poliziotta slovena, bionda, quel pazzo di massimo gli dà la carta d'identità, lei guarda la foto, guarda lui, e lui con la faccia da mollicone lui le fa "carino eh?". noi abbiamo gradito la battuta, lei insomma...infatti ci ha controllato anche nei calzini...meno male che le armi e la droga le avevamo nascoste nelle mutande (!)...scherzo.

così proseguendo per sei o sette volte, si piomba in un sonno secolare, sotto l'acqua fresca che entra dal finestrino rotto, insieme al vento gelido del nord adriatico (vabbè, non era propriamente la bora, però...). si scende a zagabria, ore 5:30, piove a dirotto, sembra dicembre, noi maniche corte e calzoncini, giuliano col poncho della gmg a toronto, ci allunghiamo nell'atrio della stazione. quel mago di francesco i. il pasticcere aveva portato venti, dico venti cornetti con la nutella fatti con le sue manine fatate, per farci fare colazione! preso d'assalto, è stato sepolto dalle valige mentre facevamo man bassa di tutti i suoi dolci dolciumi... voglio ringraziarti frank, io ne ho mangiati quattro.

la nostra fortuna è stata quella di andare a gornja bistra proprio durante l'alluvione a praga, che dista si un bel pò da zagabria, ma l'acqua arrivava eccome: comunque mia nonna, con la sua geografia un pò approsimativa, mi ha chiamato per sincerarsi delle mie condizioni, le ho detto che sapevo nuotare. guarda caso invece la settimana dopo, quando è arrivato ermanno con 48905 nuovi volontari, è uscito un sole che spaccava le pietre. l'ultima goccia è caduta 5 minuti prima del suo arrivo, io lo dico sempre che lui da lassù è raccomandato...

torniamo allora indietro di una settimana, scusate la parentesi. da glavni kolodvor (uguale roma termini) a cernomeretz (in pratica l'anagnina di zagabria), passa un tram che si prende proprio sotto il monumeto di re tomislav, che fa il giro della città. allora buoni buoni carichiamo tonnellate di valigie, e mentre il tram è costretto a rimanere alla fermata un quarto d'ora, con tutte le benedizioni del conducente e dei passeggeri, timbriamo più o meno due biglietti per sedici persone: dice che li dobbiamo risparmiare per le sere in cui usciamo, o per fare la spesa, circostanze peraltro mai verificatesi. ho una fotografia di mia sorella a cernomeretz con gli occhi grossi e rossi come due palle da biliardo, pubblicata anche su ruah: è esemplificativa delle condizioni di freschezza psico-fisica in cui versavamo. si attende un bel pò, perchè zagabria impiega del tempo per mettersi in moto, poi i collegamenti città-paesini sperduti lo sappiamo tutti che non sono granchè, in italia è pure peggio. saliamo sull'autobus, mi siedo a fianco a giuliano, che occupa tre posti solo per la valigia: mi giro, lui aveva il lettore cd portatile, gli faccio "che ascolti?" e lui "oasis", mi volto a guardare fuori dal finestrino, mi rigiro dopo forse 10 secondi, "giulià...", quando lo vedo era accasciato a dormire con gli oasis a palla nelle orecchie, appoggiato al palo dove ci si aggrappa. pure emanuele k non è stato da meno, con la guancia sul finestrino. poi quel rumore monotono, quelle verdi distese, la croazia ed il suo ordine, la vecchietta davanti che russava, giuliano a sinistra che russava, emanuele a destra che russava, qualcun'altro dietro che sicuramente avrebbe russato, insomma per solidarietà mi sono addormentato anch'io.

gornja bistra, il paesino, è composto da numero 1 strade, numero 15 case, numero 70 abitanti. le principali attività sono la fabbrica di stuzzicadenti all'ingresso del paese, il super-mega-minimarket, fornitissimo ma grande più o meno come un'edicola, il bar-pub-salotto culturale-discoteca-casa d'incontri dove si beve solo birra e si vedono le partite della bundesliga con il campo di pozzolana, dove chiedi un bicchiere d'acqua e ti danno la birra, chiedi anche un panino con la salsiccia-chivapcici e ti danno la birra, e poi il barbiere con lassie fuori al giardino, e l'uomo del monte a cui cortesemente ogni estate andiamo a rubare le pannocchie per cuocerle sul fuoco. sappiate che le pannocchie di mais sono una componente fondamentale nella vita di un volontario: visto che la dieta-ermanno è peggio dello scorbuto sulle navi prima del 1600, allora uno s'accontenta di trasformarsi in gallina e cibarsi di semi.

l'autobus ti lascia prima della salita che porta alla collina dell'ospedale, che lì per lì non è visibile. ormai lo sappiamo tutti che non è propriamente il castello del principe azzurro, ma è migliorato di molto da quando l'associazione ha iniziato a concentrare le proprie forze. la prima cosa che vidi fu un bambino autolesionista, legato al letto, che sporgeva la testa tra le inferriate, sbattendola contro le stesse con violenza. fortunatamente nelle esperienze successive ho progressivamente incontrato goran, non imbottito di calmanti, che giocava a pallone, vojo che passeggiava con un'infermiera, ed una volta addirittura gente del posto che faceva visita all'ospedale, cosa mai successa.

sappiate che, non so per quale motivo, gli abitanti del paesino che passano davanti l'ospedale, hanno come i paraocchi, quasi non esistesse. boh.

la prima cosa che un volontario nota è l'odore, a mio avviso abbastanza sostenibile, ora quasi scomparso. qualcuno preferisce uscire a prendersi una boccata d'aria, ma una cosa che non mi piace assolutamente è il turismo in ospedale. in fin dei conti questi bimbi non sono uno spettacolo, non si organizzano visite guidate. il volontario deve presentarsi con umiltà e discrezione, quando se la sente. anche queste attività hanno la loro etichetta, ed è solamente entrando con la convinzione di voler combattere la sofferenza con l'amore che si coglie il senso della carità.

schopenhauer indicava proprio la carità come uno dei mezzi per attingere all'assoluto, insieme all'arte ed all'ascesi, nel sobbarcarsi tutto il male dell'universo.

montare le tende per qualcuno è un'impresa ardua, quindi dopo un breve salto in ospedale si scende sul prato, ci si sistema. si trovano sempre strani buchi per terra, grossi quanto una lattina: la prima notte sentii qualcosa muoversi sotto la tenda, ed affacciandomi scoprii con curiosità che c'erano una miriade di lemmings (quei topolini dal pelo castano) che facevano capolino su e giù dai fori nel terreno. sono troppo carini, ma un pò invadenti, visto il numero di visite effettuate nella depandance da quando i volontari del campo permanente ci abitano.

una buona cosa della "za-depandanska", questo il soprannome del paio di stanze in cui alloggiano i volontari (il nome ufficiale è "casa delle rose blu" mi sembra), è che si vive in comunità: si mangia, si beve, si cucina, si dorme, si canta, si prega, si va al bagno, tutti insieme allegramente. ma visto che eravamo davvero troppi, noi maschietti abbiamo dovuto dormire in ospedale.

non è la prima volta che mi trovo con un bambino, o un disabile, devo dire però che l'approccio non è stato così immediato, forse per la mia istintiva disposizione a pormi domande, ed a catalogare cosa sia giusto al momento. alcuni bimbi sono tanto carini, sono giocattoli che ci riempiono il cuore di gioia, perchè vivono in condizioni poco favorevoli, ma al momento sembrano felici perchè ci siamo noi a fargli compagnia. ed anche noi siamo felici perchè loro rispondono ai nostri stimoli attivamente e visibilmente: diciamo che sono un contentino per il nostro cuore. tutti i bambini del mondo che sono sani sono bellissimi e cari, disse il direttore dell'ospedale, zeljko weiss. però per amare ed accarezzare i bambini che da fuori non sono così belli, si deve avere un cuore. c'è qualcuno che ha detto: ma perchè non li ammazzano tutti?

questa affermazione mi ha dato molto da pensare, sul valore della formazione sociale e culturale che devono impartirci i genitori e su quella che ci diamo da noi, ma soprattutto sulla legittimità o meno dell'uomo a togliere la vita. per me non si discute.

credo fermamente in dio, e questo non l'ho mai messo in dubbio, nè nascosto agli altri, nè ne ho mai avuto paura. ma si sa che altri ideali spesso vacillano: sono capitato nell'ospedale proprio in momenti del genere, in cui le convinzioni cadevano, o meglio evolvevano. c'è stata però un'esperienza che mi ha donato una certa sicurezza, e sembrerà incredibile, ma me la porto ancora dietro. ermanno aveva proposto di tenere il santissimo con sè, per pregare, per riflettere, per sentirci in comunione con l'assoluto, non so, ognuno da la propria valenza alle esperienze. personalmente avevo chiesto di tenerlo un pò il venerdì, tuttavia il mistero è capitato tra le mie mani la domenica, ed era in una veste diversa dagli altri giorni della settimana, una versione un pò più grande del solito della scatola dorata. non che avessero importanza le dimensioni, ma era un aspetto-effetto che trasmetteva un non so che di maestoso.

pregare. a me non piace ripetere quel che ci hanno insegnato a catechismo, quando eravamo più giovani. con tutto il rispetto, mi sembrano sterili esercizi di memoria, ma ricordiamo che, come disse il dalai lama, nella preghiera è riposto un segreto ed un potere incommensurabile, e quindi la preghiera è un importante componente della nostra personalità. però preferisco fare una chiacchieratina, sui temi che capitano, ringraziare senza chiedere qualcosa in cambio, donare quel che ho o cerco di ottenere (ma questo è già una cosa molto difficile), ascoltando poi cosa ho da dire, o cosa hanno da dire dall'alto, cercando di cogliere tutti i segnali che vengono inviati, potenziali o reali che siano. dico sempre che di sicuro lassù qualcuno ci ama, come giuliano palma ai tempi dei casino royale, e che ci trasmette i propri messaggi in modo che possiamo coglierli solo noi, ed in particolare nei momenti in cui sortiscono il maggiore effetto sulla nostra esistenza. anche paulo coelho ci ha spiegato che per realizzare le nostre leggende personali dobbiamo cogliere tutti gli indizi che la vita ci fornisce, interpretarli con la nostra chiave, e corrergli dietro.

durante la preghiera ho fatto un giro nell'ospedale, bimbo per bimbo, anche quelli con cui non avevo mai avuto nulla da condividere. ho parlato un pò con loro, non nel linguaggio convenzionale, bisogna capirsi in qualche maniera. c'era uno strano silenzio, forse perchè era ora di pranzo, caldo insopportabile, quasi tutti i volontari erano a riposo; ho iniziato ad ascoltare, o almeno a tentare di farlo, cosa volessero dirmi quei bimbi, un pò malconci, un pò soli.

scacciavo le mosche posarsi sui loro visi immobili, ed andavo ragionando sulle loro immobilità.

non potevano però essere fermi nel pensiero, anche se racchiusi da un processo in corto circuito. ho visto menti vagare tra le nubi bianche, e correre su specchi d'acqua, suonare strumenti, una anche ballare con i pattini sul ghiaccio. altri semplicemente chiedevano una mamma che li stringesse, o un papà che li portasse a fare un giro in bicicletta, un fratellino con cui giocare ai lego. sentivo questo, o forse ero io ad immaginare tutto così. silenziosi, a mio avviso parlavano tra loro: come gli animali riescono a capirsi d'istinto, anche loro comunicavano così.

mi chiedevo se realmente fosse così, e me lo auguravo.

vedevo una tavola imbandita con tutti loro seduti, che si scambiavano tranquillamente opinioni, ma poi guardavo il soffito bianco (fortunatamente bianco...) e balzava alla mente che questo era il loro panorama, il mondo che giravano, i locali dove andavano la sera, e quel silenzio disturbato da una radiolina gracchiante era la loro musica, i dischi che si facevano prestare dagli amici. le loro penne, i colori ed i fogli di carta erano lì, nell'aria, e la loro sconfinata fantasia li materializzava, facendoli volteggiare nel vuoto proprio davanti ai loro occhi. ma c'era marija che è cieca. quali oggetti allora? se non i colori, le sensazioni. quel caldo fuoco scintillante che si percepisce prima di andare a dormire, il campo stellato in cui corriamo quando ci premiamo le palpebre chiuse, in cui attraversiamo galassie di forme simmetriche, come li ha fatti suoi? my funny valentine, miles davis, o tequila sunrise, suonano nella mia mente. ed un bimbo sordo dalla nascita? quali le sue melodie?

il cruccio era su come immaginassero la continuità delle forme nello spazio, o quale fosse la percezione di suoni e rumori. arrivavo sempre a chiedermi quale fosse il loro ideale di vita, e se solo avessi potuto ascoltarlo... ascolto suite bergamasque e rivedo i loro occhi fare su giù destra sinistra e cogliere particolari e dilatare le pupille, le manine protese per toccare le tue labbra, per frugarti nelle narici o tra le palpebre e per strapparti un pò di barba, come se fosse la prima volta. come in un primo contatto con altre forme viventi.

come la prima volta.

la prima volta che vedono esseri umani cosi poco esseri e così straordinariamente umani. (sergio)

le loro prime volte, la prima volta più o meno di tutto, la prima volta che provassero qualche emozione, o un pò di calore.

delle vite così trascurate sono state private anche delle emozioni, delle sensazioni che il nostro essere umani può offrirci.

si. ma a loro interessa tutto questo? cioè, se lo pongono il problema? sono menti superiori che hanno risposte a tutte le domande, o vivono nell'apatia? o semplicemente sono esseri umani, scevri da ogni convenzione e vanità, semplici ed essenziali, come nessuno di noi è, il cui unico problema consiste nell'attuazione del loro pensiero?

ogni nostra attenzione ripaga questi bambini di una vita di indifferenze? loro vogliono questo?

mi risponde cecilia: non hanno bisogno di qualcuno di speciale, vogliono solo essere amati nel modo più semplice e spontaneo che ci sia.

come dei bambini, come dai figli, come mamma e papà.

non mi sono sentito fortunato, nè sollevato per la mia condizione normale, che poi quale sia il normale nessuno lo sa, ma unico spettatore dell'ermetica rappresentazione della commedia umana.

ho pensato al quanto sia triste l'abbandono, e nella vita di tutti i giorni come questo non ci appaia evidente pensando ai nostri genitori, ai fratelli, alle persone con cui non siamo in pace, a chi è lontano. io abito con nonna teresa, ma ci sono altre persone che dovrei riavvicinare, non abbandonare, ora che so cosa significhi.

non ho trovato modo di trasmettere tutto questo ad uno solo di quei bimbi, pur amandolo con tutto il cuore.

ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi, ma purtroppo non c'è modo.

l'unica era donargli tutto il calore che potevo, che tutti percepiamo, perchè un corpo ce lo abbiamo tutti.

mi sentivo male per non poter far altri sforzi tesi a migliorare la loro condizione.

visitavo le stanze dove notoriamente ci sono bambini non troppo simpatici, non troppo carini. daniel l'ho avvicinato solo quel giorno, ma è un grande. li travestivo, li facevo specchiare, suonavo canzoni anche se sono un pessimo chitarrista, cantavo nei loro orecchi, ho provato a far disegnare un bambino, ho fatto suonare la pianola e la chitarra a josip, ho portato marija ed altri sul prato a piedi nudi, nell'acqua, sull'altalena, vento nelle faccia, il sole sulla pelle, e li vedevo felici. però non era abbastanza per loro, e consideravo questi umili sforzi come un vano tentativo.

anche l'ostacolo della lingua era insormontabile, tanto che josip mi guardava stupito e si agitava nel letto, rideva, mentre leggevo libri trovati nella biblioteca con il mio croato dissacrante. però rideva. per lui forse ero buffo, ma quella era l'attuazione del mio pazzo ideale, e non riuscivo ad ottenere risultati meno esilaranti. tuttavia josip rideva, ed io ridevo con lio. ridere fa bene, migliora la qualità della vita.

capita spesso di riflettere sulla nostra vita, chiedendoci cos'è che conosciamo che fa bene e non dà problemi alla morale, e che vorremmo fare sempre. esprimere il nostro amore, in maniera incondizionata: facendo felici gli altri, siamo felici anche noi.

e da qui riparte la canzone che ci fa rivivere quel familiare clima d'amicizia: tutti sconvolti dall'amore dato e ricevuto nelle camerate, da quello che ci fa lavorare sodo nei campi o in casa, da quello dei momenti di comunità, degli scherzi, dei sorrisi, dei baci di ragazzi, dell'estate. (giorgia)

la notte è tutt'altra cosa. ascolti malinconico un carillion in lontananza, o il pianto di un bimbo, ed hai la costante tentazione di essere l'angelo della buonanotte. viaggiando con passo felpato tra i lettini bianchi, carezzi amorevolmente tutti quei visi, a volte anche deformi, ma così teneri, mentre cresce una sinfonia di violini. daresti la vita per loro, per poterli sentire parlare, ridere, per poterli vedere correre sul prato, o anche solo scarabocchiare su un foglio. in verità, in quel silenzio sembra di poter palpare un'aura mistica, un senso panico, di fusione con quel giagantesco meccanismo circolare che è l'universo. senti un contatto fraterno con l'amore, quasi una confidenza: ma a pensarci è quel che senti tutti i giorni, che però si risveglia con la veemenza di una tempesta, ma ha la delicatezza di un fiore che oscilla al vento. senti sciogliere quella patina che ti avvolge il cuore, e capisci l'importanza di un semplice gesto, il valore dell'essenzialità nella vita.

immagini che sia il momento di riconsiderare il proprio operato, da cui partire per trascorrere il resto della vita così. tuttavia, perchè qui non so amare? perchè tornati a casa il cuore si indurisce di nuovo?

 
di piko! (del 25/12/2002 @ 12:30:12, in _muy felìz :., linkato 1815 volte):.

in verità, non c'è stata parentesi peggiore nell'evoluzione della mia arte che l'esperienza in universitor.it. senza religione, esclusa l'amicizia, nè tantomeno cultura.

persone, ma più che altro aggregati di proteine, dallo spessore di un foglio, ridevano per battute ingnoranti, senza scrupoli, ma nemmeno simpatiche, disquisivano di temi che non gli appartenevano nemmeno lontanamente, declinavano su questioni invece degne di minima nota, solo via etere, su una sterile mailing list, vinavil, senza contenuti, nè contenenti.

realmente uno stile senza valore.

mi dico a volte, un'esperienza, solo quella, ma non troppo bella. in fin dei conti essere vincolati alla decisione di un "capo", che nella fattispecie più dispotico e maleducato non si può, non è il massimo per una mente a cui è affidato il compito di creare immagine.

mi spiego, il mio ruolo era ovviamente quello di curare la grafica. mi si affidavano problemi dalla non facile risoluzione: icone 18x18 pixel (cioè, la punta di uno spillo, poi ditemi come faccio a racchiudere un concetto in quelle dimensioni...), loghi per tanto progetti poi rivelatisi inutili, manifesti mai stampati.

e io per tutto dispetto le mandavo su vinavil, invece di mandarle al webmaster, principalmente per richiamare all'attenzione tutti i partecipanti, per avere un giudizio da tutti. sempre entusiasti i soldati semplici, come me, e tachis, l'unico ragazzo degno di tale nome, che del resto è l'ideatore del sito. sempre in opposizione il trio degli amichetti, napster (e già dal nick notiamo la gigantesca creatività del webmaster, cioè...che più abusato non si può, come taggarsi con il nome di phase2, voglio dire, suona un pò wack, anzi è proprio da sucker), la sua donnicciola lisenne, e l'amico kdr, che è un misto dei peggiori aggettivi che nella mia scala personale posso attribuiread una persona.

andiamo per ordine.

napster. indubbiamente forgiato sugli elementi compilativi, html, java, php, ma realmente creatività, originalità, gusto pari allo zero assoluto. quadrato, rude nei modi, cerca di essere diplomatico con un linguaggio formale malcelando una pienezza di sè senza euguali. convinto di aver creato una fantastica realtà, che del resto come tutto nella vita può essere spazzata via in un attimo dal fato, o provvidenza che sia, nella fattispecie un virus o un semplice tuono. a volte ho pensato di essere vanitoso, ma conosciuto il soggetto mi sono oltremodo tranquillizzato. ha digerito solamente creazioni che hanno ottenuto un consenso generale e gridato ada alta voce nelle sterili email spedite quotidianamente. il resto delle cose non gli sono mai andate a genio, in particolar modo le mie posizioni da moralista del cazzo, problema che assolutamente non lo tange. quando capisce che il mio cuore è pieno d'amore, senza il minimo attaccamento a questa vita terrena, la butta sull'offensivo, accusandomi di pavoneggiarmi, mentre con tutte le buone intenzioni provai a non lasciare adito a questo tipo di interpretazioni. da che pulpito arrivava la predica... ma questo è un'altro problema, fortemente diffuso nella mentalità di tutti i collaboratori: senza morale.

la sua donnina, minormente piena di una vanagloria straripante, ma comunque diabolica, un cuore essiccato, senza sentimenti, scevro di ogni battito. ripudio per ogni religione, etica e soprattutto carità. anche lei, deficiente in cultura ma soprattutto in esperienza di vita. ne ho tratto più di qualche conclusione su come un ambiente come roma, cresca dei bambini fortemente diversi da quelli che conosco, da come sono stato, da come vorrei che fossero i miei. natale non esiste, l'inno italiano è una schifezza, non devi pensare scrisse un giorno, testuali parole: davvero nessun rispetto, ma quello che mi fa piangere il cuore è che manca di un barlume di scrupulo, di curiosità sui grandi temi dell'esistenza. materialismo cosmico, nemmeno un sogno o qualcosa che si avvicini alla fantasia o alle turbolenze dell'animo. senza sentimento.

l'amico. qui sicuramente raggiungerò i toni dell'invettiva, non della satira. presuzione di conoscere tutto e tutti, diffusa e va bene. nessun sentimento, nè morale e già detto.

il resto tutti anonimi. basti pensare che i collaboratori non si conoscono nemmeno di vista. come una torre di babilonia, crollerà.

 


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